Il cocomero o anguria o in qualunque altro modo venga chiamato nelle varie regioni italiane, fa parte della famiglia delle Cucurbitacee; è una pianta annuale con fusto erbaceo rampicante, con foglie grandi e pelose a tre lobi, fiori maschili e femminili.
Il frutto, di forma rotonda o ovale, voluminoso, massiccio da poter raggiungere anche i 20 Kg. di peso, si presenta esteriormente con buccia liscia, contraddistinta da varie striature e chiazze bianche o giallastre, mentre all’interno è rosso, granelloso, ricco di semi che possono essere di colore nero o bianco o giallo.
La polpa dell'anguaria, ricca di acqua in quantità compresa anche fra il 90 ed il 95%, è molto dolce per l’alto contenuto di zuccheri semplici, ed in particolare di fruttosio, il più dolce tra tutti gli Zuccheri che viene facilmente convertito in glucosio sia a livello del fegato che dell’intestino; contiene inoltre notevoli quantità di betacarotene, il precursore della vitamina A liposolubile, nonché di vitamina C idrosolubile, di vitamina B, di vitamina B6, di potassio e di molti altri minerali ancora.
Infine l'anguria fa parte del gruppo della “frutta rossa “, ed è dunque ricca di licopene, un Pigmento rosso che, seppur imparentato strettamente con i carotenoidi, non è un precursore della vitamina A: questo nutriente possiede spiccate proprietà antiossidanti in grado di contrastare efficacemente l’azione dei “radicali liberi“ con effetto protettivo nei confronti di alcune forme di tumore, in particolare della prostata nonché del rischio cardio-vascolare.
Le angurie gialle
Negli ultimi tempi sul mercato sono offerte anche angurie gialle altrimenti dette giapponesi, forse perché l’Innesto originale è stato asiatico, pur se ora sono prodotte in Italia fra la Basilicata e la Sicilia.
Il peso e le dimensioni sono ridotti rispetto alle tradizionali angurie, il profumo è quello del cocomero, ma le differenze risaltano al palato: si nota il dolce del mango, da cui trae origine, misto al retrogusto dell’ananas: un qualcosa di originale ed esotico!
La polpa, di colore giallo vivo, succosa e rinfrescante, condivide con la classica anguria rossa le proprietà rinfrescanti, dissetanti e depurative, tanto che l’anguria in sé e per sè, al di là del colore, è il rimedio ideale per poter far fronte al terribile caldo estivo che stiamo sperimentando in questi giorni, garantendo una sensazione di immediato sollievo con la sua polpa fresca e zuccherina.
Né per la verità è mancata a qualche buongustaio l’idea di una splendida e fresca macedonia fatta di cubetti di anguria rossa misti a quelli di anguria gialla: l’accostamento dei due sapori crea una vera delizia!
Le miniangurie
Per gli acquirenti tuttavia la mole e relativo peso delle angurie rosse costituisce spesso un problema sia per il trasporto a casa sia per la conservazione nei frigoriferi domestici, specie se si tien conto che molto spesso la qualità del frutto, verificabile a tocchi di nocche sulla scorza, si migliora con l’aumentare del volume.
In risposta a tale problema, per soddisfare le esigenze di produttori e di consumatori, e quindi di mercato, si sono avviate già da tempo ricerche mirate su selezioni di varietà già presenti in natura che, incrociate fra loro senza alcun ricorso all’ingegneria genetica, hanno permesso di ottenere sementi per ibridi di cocomero capaci di produrre frutti di piccola dimensione, comodi e veloci da consumarsi, con ottimi risultati in quanto a caratteristiche organolettiche: tale è appunto l’offerta delle miniangurie.
Le angurie quadrate
In contemporanea e per rispondere a problemi non solo di spazio ma anche di stivaggio per il trasporto, ecco che arrivano sul mercato le angurie quadrate: nemmeno in questo caso c’è stato il benché minimo ricorso ad ingegneria o manipolazioni genetiche, ma semplicemente ad una tecnica giapponese di coltivazione che prevede la crescita delle angurie in casse di legno cubiche in modo che il frutto ne assuma la forma durante la crescita: prodotte per lo più in Brasile, le angurie quadrate, accattivanti non solo per la forma originale ma anche per le strisce di color verde scuro su sfondo verde-giallino, sono offerte in vendita da una nota casa della grande distribuzione britannica e pare che abbiano incontrato un notevole successo di pubblico, se si tien conto che in Inghilterra nell’ultimo anno la domanda delle augurie è cresciuta del 20%, mentre la catena di distribuzione interessata ha registrato un aumento pari al 46%: il che non è davvero poco!
Il melone pane
E dopo aver fugacemente illustrato alcune caratteristiche dei meloni d’acqua, non possiamo chiudere questa breve trattazione senza spendere qualche doverosa parola sul melone pane.
Nella nostra cultura contadina infatti l’anguria o il cocomero, erano detti anche melone d’acqua in una terminologia peraltro corrispondente all’espressione inglese watermelon, o a quella tedesca wassermelone, o a quella franco-canadese melon d’eau, le quali tutte designano, il “Citrullus Lanatus”, diverso dal melone pane, del quale fra tante varietà eccelle il cantalupo, scientificamente definito cacumis melo della varietà cantalupensis: il nome è dovuto a quello che una volta era il borgo di Cantalupo, oggi ridente cittadina sita sui Colli di Roma, ove in periodo rinascimentale dai contadini del luogo era coltivato come frutta ad uso e consumo dei Papi, mentre oggi la coltivazione è diffusa un po’ in molte regioni d’ l’Italia, pur avendo il suo polo produttivo in Sicilia.
La polpa, di un bel colore arancione, è di un profumo caratteristico tutto suo; la buccia, come avvolta in un reticolo beige, presenta delle sfumature che vanno dal verde al giallo-arancio ed è scanalata da solchi che come meridiani sembrano delimitare spicchi; la forma è piuttosto tondeggiante, piccola, di un peso che va da 1 a 1,5 kg.; notevoli sono le proprietà lassative e diuretiche ed inoltre le poche calorie gli consentono di essere indicato a buon diritto anche nelle diete dimagranti.
I cuochi ed in genere gli intenditori lo apprezzano sia come frutta da consumare da sola, sia in coppe di frutta mista, negli squisitissimi antipasti di cantalupo e prosciutto crudo sia in vari piatti freddi e sfiziosi come le insalate miste.
Ed in questa breve carrellata doveroso è infine un sia pur veloce cenno al melone vernino, il melone conservato per l’inverno anche per il desco natalizio e/o di Capodanno nella varietà Verde o Gialla di Napoli, “i gialletti”, come vengono comunemente chiamati questi meloni, che come l’ottimo giallo rugoso di Cosenza presenta le migliori caratteristiche di dolcezza e di un sapore ottimale, senza niente voler togliere naturalmente ad altre ottime qualità di altre regioni italiane.
In qualunque modo questa frutta si preferisca, noi auspichiamo una “buona melonata”!