- Cos’è il bullismo?
- Come si manifesta?
- Il bullo e la vittima: chi sono i protagonisti
- Le conseguenze del bullismo sulla vittima
- Le conseguenze del bullismo sul bullo
- Cos’è il cyberbullismo?
- Quando si parla di cyberbullismo?
- Chi sono i protagonisti
- Le conseguenze del cyberbullismo sulla vittima
- Le conseguenze del cyberbullismo sul cyberbullo
- Quali sono le differenze tra bullismo e cyberbullismo?
- Consigli utili
Seppure con caratteristiche e modalità diverse, il bullismo e il cyberbullismo sono due fenomeni strettamente collegati tra loro. Quali sono le conseguenze sulle vittime e come è possibile arginare il problema? Ne parliamo con la Dr.ssa Roberta Senese, psicologa specialista in Psicoterapia.
Cos’è il bullismo?
La definizione di Dan Olweus descrive il bullismo come un comportamento di aggressione e prevaricazione, singola o di gruppo, che viene esercitata da parte di bambini/ragazzi definiti bulli, in maniera continuativa nei confronti di bambini/ragazzi più deboli definiti vittime.
Secondo indagini ISTAT sui comportamenti offensivi e violenti tra ragazzi di 11/17 anni, più del 50% è stata vittima di episodi offensivi, violenti e irrispettosi da parte dei coetanei.
Come si manifesta?
Il bullismo si manifesta attraverso premeditate e continue sopraffazioni e prepotenze di tipo fisico, verbale, psicologico. Per definirsi tale è necessario che l’azione perduri nel tempo (settimane, mesi) e presenti uno squilibrio di forze tra i protagonisti (età, fisicità ecc..).
Può essere di due tipi:
- Diretto: caratterizzato da un insieme di comportamenti espliciti nei confronti della vittima di tipo fisico (picchiare, tirare calci, sputare ecc…) e/o verbale/psicologico (insulti, offese, minacce ecc…).
- Indiretto: assume forme quali l’esclusione sociale, la diffamazione, l’essere messi da parte intenzionalmente da un gruppo. Anch’esso può essere di tipo fisico (far aggredire qualcuno da qualcun altro) e/o verbale/psicologico (diffusione di pettegolezzi, ecc…).
Il fenomeno del bullismo è diffuso nelle scuole di diverso grado di istruzione e solitamente ha luogo in gruppo.
Il bullo e la vittima: chi sono i protagonisti
Il bullismo coinvolge molteplici figure. Il bullo attivo, colui che agisce, è aggressivo nei confronti dei compagni, a volte anche nei confronti di insegnanti e figure adulte, manifesta comportamenti di prevaricazione e violenza in generale.
Da un punto di vista psicologico presenta scarsa empatia, una distorta immagine di sé e nutre il desiderio di dominare.
Il bullo percepisce e vede le conseguenze del suo comportamento, ha dunque una consapevolezza cognitiva ma non emotiva e tende alla deresponsabilizzazione e minimizzazione delle sue azioni.
Il bullo passivo invece attua le prepotenze, ma non prende mai iniziativa per primo, preferisce incitare i bulli attivi insieme al gruppo dei pari, diventando dunque spettatore.
La vittima passiva subisce le prepotenze senza poter reagire e senza farsi rispettare, si sente sola e abbandonata, non ha molti amici e solitamente è fisicamente debole. Manifesta uno stato di profonda insicurezza, con scarsi livelli di autostima.
La vittima collusiva invece accetta di ricoprire quel ruolo per acquisire popolarità e poter essere accettata dal gruppo. A volte tende a mascherare le sue vere competenze scolastiche ed intellettive per evitare di essere esclusa.
Le conseguenze del bullismo sulla vittima
Il rischio principale è legato all’abbandono scolastico e alla possibile insorgenza di disturbi d’ansia. La vittima tende a chiudersi in sé stessa vivendo una costante sofferenza. Teme di subire ulteriori violenze qualora raccontasse a qualcuno quanto subito e per tale ragione prova un profondo senso di vergogna.
Alcune vittime di bullismo potrebbero in futuro reagire diventando esse stesse bulli.
Le conseguenze del bullismo sul bullo
L’incapacità di gestire la rabbia e l’aggressività rappresentano gli aspetti principali caratterizzanti il profilo psicologico del bullo. Solitamente non conosce altre modalità di comunicazione e nel tempo potrebbe manifestare lo sviluppo di un disturbo antisociale.
Cos’è il cyberbullismo?
Cyberbullismo è un termine coniato da Bill Belsey per indicare una nuova forma di bullismo che si manifesta attraverso strumenti telematici. Esso si configura come un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante la rete.
Smith (2008) lo definisce come: “un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima”. Questa definizione risulta simile a quella del bullismo tradizionale ma implica l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione.
Le ricerche indicano che oltre il 90% degli adolescenti in Italia sono utenti di internet e il 98% di questi dichiara di avere un profilo su uno dei social network più conosciuti e usati (Facebook, Instagram); il 52% dei giovani utenti di internet si connette almeno una volta al giorno, inoltre, l’utilizzo dei nuovi cellulari o smartphone consente una connettività praticamente illimitata.
Dal 29 maggio 2017 è entrata in vigore la prima legge numero 71 sul cyberbullismo in Italia che definisce il cyberbullismo “ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, alterazione, manipolazione, acquisizione illecita, trattamento illecito dei dati personali in danno di minorenni nonché la diffusione di contenuti online il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro essa in ridicolo”.
La legge prevede la possibilità, dai 14 anni in su, anche senza l'intervento di un adulto, di richiedere l'eliminazione di contenuti non graditi ai gestori e amministratori di siti internet e social media. La cancellazione deve avvenire entro 48 ore.
Per chi commette cyberbullismo, è prevista una “procedura di ammonimento” da parte del Questore e la convocazione dei genitori se l'età è compresa tra i 14 e i 18 anni.
Quando si parla di cyberbullismo?
Il cyberbullismo si manifesta attraverso attacchi online di vario genere che possono avvenire in qualsiasi momento e luogo in cui si è connessi:
- messaggi di testo contenenti insulti, parolacce, derisioni e minacce (Flaming);
- creazione di gruppi su WhatsApp, Messanger o Social Network in cui la persona presa di mira viene derisa e presa in giro da tutto il gruppo (Harassment);
- esclusione da gruppi creati sui social network o simili (Exclusion);
- invio di immagini volgari, imbarazzanti sulle chat di Messanger, Facebook o WhatsApp (Denigration);
- pubblicazione sui Social Network di materiale privato con commenti sgradevoli sulla persona, visibili a tutti o diffusione e invio a tutti gli amici di foto compromettenti o imbarazzanti (Cyberstalking);
- chat nelle quali la persona presa di mira comunica con qualcuno che sotto altro nome, gli fa credere di essere innamorato di lui o di suo amico o qualcosa di simile, per poi divulgare i contenuti delle conversazioni private (Tricky o Outing);
- violazione di un profilo personale o attraverso il furto d’identità (Impersonation).
Chi sono i protagonisti
Il cyberbullo è colui che compie l’azione, necessita di dominio e potere ed è particolarmente ostile verso l'ambiente che lo circonda. Manifesta mancanza di empatia e compassione e tende alla deresponsabilizzazione.
I cyberbulli appaiono spesso caratterizzati da un’alta autostima, riescono a gestire i conflitti e le pressioni negative coinvolgendo dei seguaci nelle loro azioni. Le prepotenze online possono celare un bisogno di potere non altrimenti raggiungibile nella reale competizione.
La cybervittima è spesso insicura, introversa, timida con bassi livelli di autostima. Può precipitare in stati di ansia e frustrazione che non sa come affrontare e percepisce le sconfitte temporanee come condizioni permanenti.
Le conseguenze del cyberbullismo sulla vittima
La vittima può manifestare un improvviso e drastico mutamento dell’umore chiudendosi in sé stessa. L’abbandono scolastico e la limitata vita sociale sono segnali da non sottovalutare. In alcuni casi, gesti estremi possono portare la vittima a tentare il suicidio.
Le conseguenze del cyberbullismo sul cyberbullo
Il “materiale” usato dai cyberbulli può essere diffuso in tutto il mondo, un commento o un’immagine o un video, una volta pubblicati, possono essere potenzialmente in uso da milioni di persone.
Il bullo virtuale non vede le conseguenze delle proprie azioni e questo in parte può ostacolare la comprensione empatica della sofferenza provata dalla vittima.
Quali sono le differenze tra bullismo e cyberbullismo?
Tendenzialmente il cyberbullismo è una nuova forma di bullismo che si differenzia da quella tradizionale in quanto avviene attraverso i dispositivi di comunicazione virtuali. Alcune differenze possono riguardare nello specifico i protagonisti: i bulli solitamente sono studenti o compagni di classe conosciuti dalla vittima, i cyberbulli invece sono anonimi ed esprimono il loro potere attraverso il dominio, entrambi non mostrano capacità empatiche.
Nel bullismo i testimoni delle azioni di prepotenza e di aggressività sono solamente i membri di un determinato ambiente (scuola, parco giochi) e restano circoscritte da uno spazio, mentre i contenuti usati dai cyberbulli possono essere diffusi in tutto il mondo.
Entrambi i fenomeni comportano simili conseguenze e conoscerne tutte le caratteristiche è il primo passo verso la limitazione dei comportamenti lesivi.
Consigli utili
Arginare il fenomeno del bullismo così come quello del cyberbullismo non è affatto semplice, ma è particolarmente importante che i ragazzi riescano a superare il senso di vergogna chiedendo aiuto ad una figura di riferimento adulta, aprendosi al dialogo ed al confronto. Il ruolo della famiglia e della scuola infatti risultano determinanti.
Solitamente in caso di bullismo le vittime tendono a trovare scuse per non andare a scuola, sono spesso tristi e preoccupate. I bulli invece non riescono ad esprimersi se non attraverso la rabbia e l’aggressività.
Bisognerebbe dunque imparare ad osservare ed ascoltare i segnali di disagio manifestati dai ragazzi, rendendoli consapevoli di quanto vivono ed incoraggiandoli a raccontarsi. Che si tratti di bulli o di vittime, c’è sempre una sofferenza nascosta che andrebbe accolta e trasformata.
Riguardo il cyberbullismo è importante sapere che ogni informazione divulgata in rete lascia l’impronta e la possibilità di risalire all’artefice degli attacchi.
Quali possibili suggerimenti pratici potrebbero quindi essere utili?
- Inviare al cyberbullo un messaggio in cui in maniera chiara e risoluta gli viene comunicato che il suo comportamento sta disturbando, esortandolo ad interrompere immediatamente tale condotta;
- evitare di rispondere a chi offende o insulta online o sul cellulare;
- bloccare o filtrate tutte le e-mail, la messaggistica immediata e gli sms provenienti dal cyberbullo;
- tenete traccia delle conversazioni o degli sms ricevuti;
- evitare di visitare i siti web o di partecipare a gruppi di discussione dove hanno avuto luogo gli attacchi offensivi;
- cambiare indirizzo e-mail, account e username per impedire di essere identificati e infastiditi;
- cambiare il numero del cellulare e comunicarlo solo a poche persone;
- informare i genitori o un adulto di riferimento rispetto a quanto sta accadendo;
- contattare la polizia postale.
Quando inizia l’età in cui viene meno il controllo genitoriale, è necessario che i ragazzi siano già stati aiutati a raggiungere le competenze tecniche, cognitive, emotive, valoriali che gli permetteranno di navigare in maniera sicura e responsabile evitando di essere maggiormente esposti ai pericoli virtuali come il Bullismo online.
Promuovere l’ascolto è un aspetto principale per conoscere ed avvicinarsi al mondo dei giovani, cercando di cogliere e decifrare eventuali segnali di malessere come l’isolamento, il calo del rendimento scolastico o la dipendenza da internet.
I ragazzi coinvolti nel bullismo o nel cyberbullismo, sia come bulli sia come vittime, necessitano di un sostegno, bisogna supportarli tempestivamente con professionalità attraverso un percorso di psicoterapia e, se occorre, anche consultando uno psichiatra, così da limitare le possibili gravi conseguenze. Essenziale: educare, informare e responsabilizzare.