Il digitale rappresenta un’opportunità per i più giovani? Senza dubbio sì, ma se da una parte pensiamo alla digital generation con ottimismo e fiducia, dall’altra non dobbiamo dimenticare i mille pericoli che si nascondono in rete e che possono mettere a dura prova la psicologia di un bambino o di un adolescente.
È il caso – per citare un esempio – delle cosiddette challenges, le sfide social sempre più diffuse sul web e tra i giovanissimi e motivo di grande preoccupazione, invece, tra i genitori. Chi partecipa è in cerca di visibilità e accettazione attraverso i like e i commenti e talvolta può arrivare a fare gesti estremi, azioni pericolose per la voglia di andare oltre i propri limiti. I video viaggiano sui social e diventano prima popolari e poi virali, innescando un vero e proprio circolo vizioso che porta all’emulazione.
Come si possono proteggere i giovani adolescenti dalle insidie del digital?
Proteggere i bambini dai pericoli del web: consigli utili per i genitori
È certamente fondamentale che gli adulti di riferimento conoscano a fondo gli aspetti del digital e controllino in modo sano i propri figli. È possibile iscriversi sui social network solo dai 13 anni in su, con il consenso dei genitori, oppure dai 14 anni, autonomamente, ma nonostante ciò non vi sono reali controlli che limitano categoricamente l’accesso ad un minore di età inferiore ai parametri stabiliti.
Occorre quindi affrontare questi fenomeni con scrupolosa attenzione senza essere superficiali, senza generalizzare o sottovalutare il problema, ma allo stesso tempo senza essere invadenti e controllanti.
È difficile per un giovane adolescente accettare l’idea di trovarsi in un limbo tra la ricerca di autonomia e il bisogno di avere una guida di riferimento.
Alcuni segnali comportamentali quali la chiusura in se stessi, la limitata voglia di comunicare, l’umore depresso, potrebbero rappresentare dei campanelli di allarme, ma essere al contempo fuorvianti.
Ecco, quindi, che il primo e più importante elemento dovrebbe essere il dialogo. Poter comunicare, raccontare, alimentando il confronto è un aspetto fondamentale per generare fiducia e prevenire conseguenze rischiose.
Potrebbe essere utile stabilire regole condivise riguardo le attività sui social e i tempi di utilizzo.
Se per i più piccoli è consigliabile verificare i contenuti condivisi, nel caso degli adolescenti ciò potrebbe allontanare, interferendo con la possibilità di stabilire un rapporto di fiducia basato sulla responsabilizzazione e l’accrescimento dell’autostima.
Il ciclo di vita è composto da fasi e l'adolescenza è il periodo durante il quale si impara a riconoscere e gestire le proprie emozioni, si sviluppa il pensiero critico e il senso di autonomia. È la fase in cui si fanno esperienze per acquisire competenze, per scoprire il mondo, ma è fondamentale che ci sia un adulto come punto di riferimento che possa supportare ed al contempo essere coinvolto per un eventuale richiesta di aiuto.
Il problema non riguarda i media, quanto la modalità di utilizzo e ciò che ne consegue. È responsabilità comune divulgare e accrescere l’informazione circa i rischi di un malsano utilizzo dei social e poter accrescere il senso di consapevolezza circa i limiti e le possibilità della rete e delle sue continue e rapide evoluzioni.
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Il mondo digitale è opportunità, crescita, scambio, evoluzione, ma al contempo è insidioso luogo nel quale possono manifestarsi fenomeni pericolosi, difficilmente controllabili e spesso ancora poco conosciuti.
Per un genitore, gestire una situazione a rischio senza alcun supporto e senza avere una chiara idea di come intervenire potrebbe rivelarsi controproducente. Se gli strumenti educativi si rivelano insufficienti, è importante confrontarsi con uno specialista così da poter capire come affrontare situazioni particolari e specifiche.