La prima Giornata Internazionale della Donna si è celebrata negli Stati Uniti nel 1909 su iniziativa del partito socialista americano (l’anno successivo l’input venne raccolto dalla politica tedesca Clara Zetkin a Copenaghen nel corso della Conferenza internazionale delle donne socialiste). Successivamente sempre più paesi nel mondo, Italia compresa, hanno aderito alla ricorrenza dell’8 marzo che intende omaggiare la figura della donna.
Nel nostro paese la prima Festa della Donna si è svolta nel 1922 e - al pari del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne - con l’obiettivo di edificare una nuova cultura in grado di contrastare ogni forma di discriminazione. E ancora, per rivendicare la parità nei diritti e denunciare soprusi e violenze, inclusi quelli della salute e del lavoro.
Oggi la Festa della Donna appare (senza voler generalizzare) una giornata di festeggiamenti dove si perseguono obiettivi più di carattere commerciale che di protesta e di sostegno a battaglie civili. Ed è proprio in questo senso che si inserisce il contributo dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna - la cui stragrande maggioranza degli iscritti è di genere femminile - per la Giornata Internazionale della Donna, che rimarca come la sensibilizzazione al tema dovrebbe avere uno spazio, costante, all’interno della quotidianità.
Combattere gli stereotipi di genere ogni giorno
“Solo così si può davvero creare una cultura basata sulla parità dei diritti e delle possibilità, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze esistenti tra uomo e donna, senza cadere nella mascolinizzazione degli atteggiamenti mentali e dei comportamenti”, spiega l’Ordine attraverso un comunicato esplicativo già nel titolo: Se la donna si sente inferiore all’uomo: combattere gli stereotipi di genere tutto l’anno.
Un messaggio importante, che sottolinea come “nonostante le enormi trasformazioni sociali e culturali dei ruoli maschili e femminili, persiste tuttora una profonda e negativa asimmetria di genere, una disuguaglianza de facto di diritti tra donne e uomini”. Quindi, facendo riferimento agli studi di genere condotti dagli anni Settanta in poi, l’Ordine evidenzia come “gli stereotipi di genere si trasmettono attraverso diversi canali: la famiglia, il linguaggio, l’educazione e i mezzi di comunicazione di massa. Tali stereotipi condizionano l’approccio psicologico alla realtà contestuale, nonché il pensiero, le scelte e i comportamenti in modo sottile e spesso inconsapevole”.
Migliorarsi riconoscendo pregi e limiti
Da qui l’importanza di tornare su un tema così delicato. “La parità non dovrebbe consistere nel rendere la società speculare, con le donne che copiano le abitudini tipicamente attribuite al genere maschile, finendo per interpretare questa giornata come un’occasione per comportarsi da uomini”. Ecco perché ogni donna - non solo in una giornata dell’anno - “dovrebbe effettuare un lavoro su di sé per annullare la posizione di inferiorità. Riconoscersi ed essere riconosciuta con le proprie caratteristiche e singolarità, pregi e limiti, è indispensabile per la propria salute psicologica”.