L’uso massiccio di smartphone e tablet e una vita passata a saltare da una pagina all'altra, da un profilo social all'altro, da un tweet ad una notizia lanciata dall'amico su Facebook ha contribuito a far scendere la nostra capacità di mantenere l’attenzione in modo inesorabile.
Uno studio condotto dall'University of Western Ontario’s Brain & Mind Institute ha scoperto, infatti, che se nel 2000 riuscivamo a rimanere concentrati per 12 secondi oggi questo tempo è sceso ad otto secondi.
E a chi sottovaluta questo dato pensando che in fondo non abbia così tanta rilevanza, gli esperti rispondono che il pesce rosso riesce a mantenere la concentrazione per nove secondi.
Ma come hanno fatto i ricercatori canadesi a giungere a queste conclusioni? Bruce Morton e i suoi colleghi hanno analizzato le abitudini tecnologiche di circa duemila persone e poi hanno condotto delle analisi su duecento volontari che si sono sottoposti ad un Elettroencefalogramma. Da questa indagine è emerso che il cervello consuma le informazioni in un tempo estremamente rapido e ha l’esigenza di passare da un’informazione all'altra nel più breve tempo possibile. Colpa (o merito) dei social e delle nuove tecnologie che consentono di leggere più cose contemporaneamente e ci propongono un mare di informazioni che ormai siamo in grado di elaborare e selezionare rapidamente.
Sarebbe dunque uno svantaggio? Da un lato questo bombardamento di informazioni ha reso le persone più capaci di fare più cose contemporaneamente, affinando quel celebre multitasking di cui tanto si continua a discutere, e magari di selezionare ciò che si vuole memorizzare perché degno di interesse. Tuttavia uno studio condotto negli Stati Uniti ha evidenziato che questi dispositivi sono ormai parte integrante della vita quotidiana e contribuiscono a distrarci da ciò che stiamo facendo: il 79% usa lo smartphone mentre guarda la televisione e il 50% controlla il cellulare ogni mezz'ora.
E una più approfondita riflessione spinge anche a precisare che la possibilità di avere accesso a moltissime informazioni in qualche modo eccita il cervello e clic per condividere e rendere virale anche la più grande delle fandonie.