Gli antibiotici sono farmaci importanti perché capaci di rallentare o arrestare la proliferazione dei batteri nell’organismo e curare le infezioni. Se usati inutilmente e in maniera eccessiva possono però diventare inefficaci e dannosi. Ecco una guida per l’uso corretto degli antibiotici.
A cosa servono gli antibiotici
Gli antibiotici sono medicinali utilizzati per curare le infezioni causate da batteri. Sono in grado di uccidere i batteri stessi e prevenire la loro moltiplicazione all’interno dell’organismo e la trasmissione ad altre persone. Altre volte vengono prescritti a titolo precauzionale, ad esempio dopo un intervento chirurgico con rischio di sviluppare un’infezione.
Questi farmaci non sono tutti uguali. Possono essere raggruppati in quelli ad ampio spettro come fluorochinoloni, tetracicline e penicilline utilizzabili per curare un’ampia varietà di infezioni tra cui quelle della cute, dell’apparato respiratorio e del tratto urinario, oppure con azione più mirata per contrastare specifiche infezioni, tipo cefalosporine e aminoglicosidi per scongiurare meningite e setticemia.
In ogni caso, per ottenere un’efficace azione terapeutica è essenziale assumere l'antibiotico più appropriato al batterio che è all’origine dell’infezione. Ma non basta. L’efficacia è tale solamente se vengono assunti correttamente, tenendo conto di alcune regole.
Uso corretto degli antibiotici: le regole di base
Per un uso corretto e responsabile degli antibiotici è importante sapere che:
- gli antibiotici sono utili solo per curare le infezioni batteriche;
- vanno utilizzati solo quando servono e dietro prescrizione medica. Solo il medico può stabilire la natura dell’infezione e consigliare la terapia migliore;
- sono efficaci solo se presi rispettando le giuste dosi e i tempi stabiliti dal medico. Sospendere la terapia ai primi segni di miglioramento è una pratica scorretta;
- non bisogna assumere antibiotici per curare infezioni virali come il raffreddore o l'influenza, perché gli antibiotici non curano i virus;
- no al fai da te senza una prescrizione medica, soprattutto nei bambini;
- l’uso prolungato e ingiustificato di antibiotici può indurre lo sviluppo di resistenze e, dunque, vanificarne l’efficacia.
Il consumo di antibiotici in Italia
Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, sarebbe diminuita del 3,3% l'uso degli antibiotici in Italia rispetto all'anno precedente ma i consumi rimangono ancora piuttosto elevati rispetto a molti Paesi europei.
L'analisi comparativa a livello europeo rivela che l'Italia tende a utilizzare più frequentemente antibiotici ad ampio spettro, i quali hanno un impatto maggiore sullo sviluppo delle resistenze antibiotiche. In aggiunta, persiste una notevole variabilità regionale nei consumi di antibiotici con ampi margini di miglioramento in termini di appropriatezza prescrittiva, soprattutto nelle regioni meridionali.
Secondo quanto riportato nel rapporto, nel corso del 2021, circa tre su dieci cittadini italiani hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con un'incidenza che aumenta con l'età, raggiungendo il 50% nella fascia degli over 85. In particolare, nei bambini, i maggiori consumi si concentrano tra i 2 e i 5 anni, con circa quattro su dieci che hanno ricevuto almeno una prescrizione nell'anno.
Dubbi sul corretto uso dei farmaci?
Per limitare il fenomeno di un uso eccessivo e spesso inappropriato degli antibiotici, e ridurre così il rischio di reazioni avverse e lo sviluppo di resistenze batteriche, è raccomandato affidarsi sempre al parere di un medico per effettuare una diagnosi corretta.
In caso di necessità è possibile richiedere un consulto con un medico generico o un pediatra sull'app Paginemediche.