“Il cancro ha un grande nemico, che nella maggioranza dei casi si rivela un’arma vincente: un corretto stile di vita”. Parola di AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia medica. Significa che tutti i giorni bisogna seguire comportamenti sani ed equilibrati, validi per il benessere in generale ma anche per la salute del seno. “
Secondo la ricerca scientifica, il 40% dei casi è potenzialmente evitabile e questo vale anche per il tumore della mammella”. Ottobre, mese della prevenzione, con la Campagna Nastro rosa della Lilt che offre controlli gratuiti alle donne in tutta Italia, rappresenta l’occasione giusta per ricordare le buone abitudini per prevenire il cancro al seno.
Buone abitudini per prevenire il cancro al seno: prevenzione primaria e secondaria
Quello del seno, è il tumore più frequente tra le donne. Colpisce nel nostro paese – stima AIOM – circa 50mila persone ogni anno. La maggioranza dei casi viene diagnosticata dopo i 50 anni. Fortunatamente, otto pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia grazie a terapie sempre più efficaci e diagnosi precoci, sebbene fino al 7% dei casi sia da imputare a una predisposizione familiare.
La prevenzione si può classificare in primaria e secondaria. Appartengono al primo tipo l’alimentazione corretta, l’attività fisica e l’assenza di alcol e fumo. Vediamo nel dettaglio i consigli degli esperti dell’AIOM.
Buone abitudini per prevenire il cancro al seno: ok a dieta sana, ginnastica e niente alcol
- Dieta mediterranea: il benessere femminile passa anche dalla cucina. L’eccesso di peso e un’alimentazione scorretta sono due fattori di rischio riconosciuti anche per il tumore al seno. Al contrario, la dieta mediterranea ha dimostrato di avere un’azione protettiva. Gli elementi principali che non devono mai mancare sulla tavola sono frutta e verdura di stagione, cereali (soprattutto integrali), se non si è vegetariani pesce, carne, in particolare bianca (pollo, coniglio). Il condimento migliore è l’olio extravergine d’oliva, da abolire grassi animali, burro e margarine. I pasti devono essere cinque: tre principali (prima colazione, pranzo e cena) e due di sostegno (spuntino di metà mattinata e merenda). Strettamente collegati alla dieta sono i chili di troppo: l’eccesso di peso può aumentare il rischio di tumore del seno perché il tessuto adiposo è la principale fonte di sintesi di ormoni estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria.
- Attività fisica: bandita la sedentarietà. Le donne che svolgono regolarmente sport presentano una riduzione del rischio di ammalarsi di circa il 15-20%. Questi effetti sono più evidenti in postmenopausa, ma praticare attività fisica fin dall’adolescenza è in grado di diminuire l’incidenza di tumori al termine dell’età fertile. Bastano 10mila passi al giorno per mantenersi attivi e in buona salute (dopo i 65 anni ne bastano 5mila). Se non ci sono controindicazioni si può aumentare lo sforzo, con esercizi più intensi, come bicicletta o jogging, tre volte a settimana, per una durata di circa 30-45 minuti. Se invece si è sempre condotto una vita sedentaria, è bene cominciare con qualcosa di “leggero” (per esempio delle passeggiate) e poi passare in modo graduale a esercizi più impegnativi, commisurati al proprio allenamento, all’età e alle condizioni di salute.
- No alcol e fumo: l’alcol è un vero nemico della salute del seno. Ne bastano 50 grammi al giorno per determinare un aumento di rischio di cancro del seno del 50% rispetto a chi non beve. La dose di alcol giornaliera che si può assumere non dovrebbe superare i 10-20 grammi per le donne (20-40 grammi per gli uomini). Anche il fumo di sigaretta rappresenta un grosso pericolo per l’intero organismo femminile. Le sigarette contengono oltre 4mila sostanze tossiche che favoriscono l’insorgenza di molte malattie e del 30% di tutti i casi di cancro.
Buone abitudini per prevenire il cancro al seno: autopalpazione, mammografia e screening
La prevenzione cosiddetta secondaria può essere effettuata con l’individuazione dei sintomi iniziali della malattia (diagnosi precoce) o con esami sulla popolazione che non presenta sintomi (screening).
- Primo step, l’autopalpazione: è un esame semplice e salva-vita che ogni donna può effettuare da sola a casa. Per eseguirlo al meglio, bisogna posizionarsi a dorso nudo in un ambiente ben illuminato davanti a uno specchio. Le braccia vanno alzate, le mani portate dietro il capo e strette una nell’altra. La palpazione del seno sinistro deve essere svolta con la mano destra (piatta con le dita unite) con movimenti circolari (che coprono tutta la superficie del seno) andando dall’esterno verso l’interno fino ad arrivare all’areola e al capezzolo. Ricordarsi di esaminare sempre anche il cavo ascellare. Gli esperti consigliano di effettuare questo esame ogni mese a partire dai 20 anni, meglio se nella prima o seconda settimana dalla fine del ciclo mestruale. Eventuali anomalie e cambiamenti (di forma o dimensioni, comparsa di noduli, secrezioni dai capezzoli, alterazioni della cute) vanno segnalati al medico di fiducia.
- Secondo step, la mammografia: è un esame radiologico che permette di individuare la malattia quando è ancora ai primissimi stadi. La mammografia evidenzia addensamenti, micro calcificazioni e noduli anche di pochi millimetri. Grazie a questo test, il 25% dei tumori diagnosticati ha dimensioni inferiori ai 2 centimetri e il 70-80% delle neoplasie scoperte durante lo screening ha buone possibilità di essere trattato con successo. L’esame dura pochi minuti e, in caso di positività, l’approfondimento prevede in genere di ripetere l’indagine, insieme a un’ecografia e una visita clinica.
- Terzo step, lo screening: nel nostro Paese sono attivi programmi di screening gratuiti organizzati dalle Aziende Sanitarie Locali (ASL) che spediscono ogni 24 mesi una lettera di avviso alle donne d’età compresa tra i 50 e i 69 anni. Alcune regioni stanno coinvolgendo anche le over 45, estendendo così il target di riferimento. Tuttavia ben il 45% delle italiane non si sottopone alla mammografia e forti sono le differenze tra le regioni del nord e quelle del centro-sud. Se hai un’età compresa nelle fasce d’età indicate sopra e non hai ancora ricevuto la lettera, rivolgiti alla tua ASL per essere inserita negli elenchi e accedere gratuitamente all’esame mammografico.