Comirnaty (Pfizer) e mRna-1273 (Moderna), questi sono i nomi dei due vaccini validati e attualmente disponibili per la lotta al Covid-19. Entrambi stimolano la produzione di anticorpi mediante materiale genetico con una efficacia pari a circa il 95%.
Come funzionano i vaccini Comirnaty e mRna-1273
Il virus Sars-CoV-2 infetta le persone utilizzando una proteina di superficie, denominata Spike, una delle prime ad essere stata individuata dai ricercatori quale artiglio molecolare che aggancia le cellule sane per invaderle e riprodursi.
I vaccini Comirnaty e mRna-1273 sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca la proteina Spike attraverso la riproduzione in laboratorio di una sequenza di materiale genetico del Sars-CoV-2, ossia l'acido ribonucleico messaggero (mRna) che, una volta iniettato nell’organismo umano, induce le cellule a produrre una proteina simile a quella verso cui si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario.
Si è osservato che il sistema immunitario umano è in grado di riconoscerla velocemente e non appena questo avviene, le difese dell'organismo stimolano la produzione di anticorpi specializzati nel distruggere le cellule infette.
Quali sono le caratteristiche di questi vaccini
I due vaccini sono praticamente sovrapponibili in quanto hanno in comune, come detto, l’utilizzo della tecnica dell’mRna (Rna messaggero). Quello della Pfizer prima, e successivamente quello di Moderna, sono entrambi destinati a prevenire l’infezione del Covid-19 mediante due somministrazioni nel muscolo della parte superiore del braccio.
Mentre però il Comirnaty prevede due iniezioni a distanza di 21 giorni a partire dai 16 di età, l’mRna-1273 è indicato per soggetti a partire dai 18 anni e schedulata mediante due somministrazioni a distanza di 28 giorni l’una dall’altra.
L’immunità si considera pienamente acquisita a partire da due settimane dopo la seconda somministrazione per il vaccino di Moderna, a differenza invece di quello di Pfizer la cui efficacia è dimostrata dopo una settimana dalla seconda dose.
Come agiscono contro il Covid-19
Le iniezioni di vaccino introducono nelle cellule dell’organismo di chi si vaccina l’informazione genetica del Sars-CoV-2 (e non il virus vero e proprio) in modo da preparare il sistema immunitario a rispondere a esposizioni future di contagio. L’mRNA del vaccino iniettato non resta nell’organismo ma si degrada poco dopo la vaccinazione.
Per entrambi i vaccini l’efficacia è risultata pari a circa il 95% con minimi effetti collaterali tipo dolore in sede di iniezione, stanchezza, cefalea, dolori muscolari o articolari, brividi, nausea o vomito, febbre.
Se, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il Sars-CoV-2, il suo sistema immunitario riconoscerà il virus e sarà pronto a combatterlo.
La durata della protezione al momento sia per Pfizer che Moderna si ipotizza che possa durare almeno un anno (9-12 mesi), ma questo dato andrà confermato da studi su ampie fasce di popolazione.
Le raccomandazioni indispensabili contro il Covid
Anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione contro il Covid-19 bisognerà continuare ad avere un atteggiamento di cautela e osservare le misure di sicurezza per evitare il contagio, come mantenere il distanziamento sociale, utilizzare la mascherina, curare l'igiene delle mani o utilizzando disinfettanti a base di alcol, e sanificare accuratamente le superfici.
Ciò sarà necessario finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisca anche la trasmissione del virus ad altri. In caso di dubbi non esitare a consultare l’info-chat coronavirus di Paginemediche che ti aiuta a comprendere i diversi segnali e ti guida al giusto comportamento.