L’armamentario terapeutico per curare i pazienti con Covid-19 da febbraio può contare anche sulla pillola anti Covid, autorizzati da Ema, Unione Europea e Aifa.
Questa terapia domiciliare è capace di ridurre circa del 90% il rischio di ospedalizzazione e morte in pazienti adulti con infezione lieve o moderata, che presentano un rischio di malattia grave (ovvero con obesità, età avanzata, diabete o malattie cardiovascolari).
Come funziona la pillola anti-Covid
Sono ad oggi due i farmaci antivirali orali disponibili per contrastare il Covid-19: il Molnupiravir della Merck e il Paxlovid prodotto dalla Pfizer.
- Molnupiravir, è una pillola antivirale il cui principio attivo agisce contro la polimerasi virale, un enzima di cui il nuovo coronavirus necessita per replicarsi all’interno dell’organismo. In questo modo il farmaco bloccherebbe il virus Sars-CoV-2 senza chiamare in causa il sistema immunitario.
- Paxlovid, invece è in grado di inibire la proteasi virale C3-like utilizzata dal virus per costruire e assemblare le proteine di cui è a sua volta costituito. In questo modo il coronavirus non può replicarsi e dunque sparisce evitando la malattia grave.
In entrambi i casi, è fondamentale cominciare il trattamento entro cinque giorni dall’insorgenza dei primi sintomi. Diversi studi hanno dimostrato come l’efficacia di riduzione del rischio ospedalizzazione sia dell'88% se la cura viene iniziata entro 5 giorni dall’esordio dei sintomi e dell'89% se avviene entro i tre giorni.
Quali sono le differenze tra le pillole anti-Covid?
Le differenze tra i due trattamenti riguardano innanzitutto la composizione: il Molnupiravir è composto da una sola molecola mentre il Paxlovid è un’associazione di due antivirali, Nirmatrelvir e Ritonavir (quest’ultimo noto nei trattamenti contro HIV-Aids), che quindi gli conferiscono un effetto potenziato che protegge anche dalle varianti.
Entrambi vanno assunti per via orale (sotto controllo medico) presso il proprio domicilio per 5 giorni, ma mentre il Molnupiravir prevede l’assunzione di quattro pillole da prendere due volte al giorno, il Paxlovid sono sei pillole (due di Nirmatrelvir e una di Ritonavir) ogni 12 ore.
Il fattore tempo nella diagnosi sembra dunque essere fondamentale per garantire il buon esito della terapia, ma intercettare precocemente la malattia non è sempre scontato: non è detto infatti che un paziente all’esordio dei sintomi (comuni, ad esempio, all’influenza stagionale) venga subito sottoposto a tampone.
Pillola anti-Covid: quale futuro?
C’è un grande bisogno di farmaci pratici per curare i pazienti a domicilio e decongestionare gli ospedali, e la pillola anti-Covid, come dimostrano i primi risultati, sarebbe una promettente soluzione molto semplice ed efficace.
Il nodo ancora da sciogliere resta legato al fatto che la pillola anti Covid può essere prescritta solamente dagli specialisti ospedalieri - su indicazione del medico di base - e distribuita solo nelle farmacie degli ospedali.
Ma se la sua efficacia dipende dalla rapidità dei tempi di assunzione è abbastanza possibile che tra insorgenza dei sintomi, tampone, risultati, decisione del medico ed effettiva disponibilità delle compresse, si accumuli un certo ritardo.
La richiesta è di rendere la pillola anti Covid più facilmente reperibili sul territorio, abilitando anche i medici di base a prescriverli.
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