La rabbia, o idrofobia, è una malattia infettiva dovuta a un virus RNA (del genere Lyssavirus) che va a colpire il sistema nervoso ed è presente nella saliva di animali infetti, selvatici (soprattutto faine, tassi e volpi) e domestici (in particolar modo cani, gatti, furetti). Come avviene la trasmissione della rabbia? Attraverso il morso inferto dall’animale malato a un altro animale oppure a un uomo (il virus colpisce esclusivamente i mammiferi).
In Italia dal 1977 sono stati segnalati casi sporadici di rabbia in animali, volpi nello specifico. È sufficiente per stare tranquilli? La casistica consola, non c’è dubbio, ma occorre sempre ricordare che – se non trattata in maniera tempestiva – la rabbia è una malattia potenzialmente mortale.
Come si trasmette la rabbia
Presente nella saliva dell’animale malato, il virus può essere trasmesso a tutti gli altri mammiferi (compreso l’uomo) attraverso un morso, un graffio, oppure il banale contatto della saliva con le mucose o la cute non integra. L’uomo può subire il contagio da rabbia se viene morso da un animale non vaccinato (ad esempio un cane ammalato di rabbia). Il periodo di incubazione della rabbia è, di solito, pari a 30/70 giorni, ma può risultare anche più breve (minimo 10 giorni) oppure, raramente, più lungo.
Un animale affetto da rabbia presenta un (più che visibile) mutamento del comportamento: gli animali domestici di solito mansueti manifestano fenomeni di aggressività, mentre gli animali selvatici perdono la naturale diffidenza verso l’uomo. Gli animali affetti da rabbia possono presentare anche altri sintomi, come la difficoltà nella deambulazione e la paralisi progressiva che può portarli al decesso.
Quali sono i sintomi della rabbia
Nell’uomo che ha contratto la rabbia, la sintomatologia del virus si scinde in due fasi temporali:
- il periodo prodromico (prima fase) è contraddistinto da irrequietezza, febbre, dolori e forte prurito nel punto in cui è stato inferto il morso;
- il periodo di eccitazione (seconda fase) è caratterizzato da mal di testa, aumento della salivazione, crampi insopportabili, terrore di inghiottire cibi oppure liquidi (da qui il termine “idrofobia”, ovvero la paura dell’acqua).
Una cura per la rabbia? La prevenzione
Sia per l’uomo sia per gli animali non esiste una cura per la rabbia. La prevenzione rappresenta l’unica norma, davvero valida, per evitare di contrarre la rabbia. Per l’uomo, la prevenzione si fonda sulla vaccinazione preventiva e sul trattamento antirabbico post-esposizione, da iniziare quanto prima dopo il presunto contagio.
Per gli animali domestici, invece, la vaccinazione preventiva è di solito facoltativa; discorso diverso, invece, quando ci sono comuni a rischio di rabbia silvestre (ovvero nei casi in cui la malattia potrebbe circolare tra la popolazione animale selvatica): in questo caso c’è l’obbligo della vaccinazione preventiva.
Morsi di animale, cosa fare?
Se una persona viene aggredita e morsa da un animale selvatico e/o domestico in territori a rischio, occorre lavare subito la ferita (per almeno 15/20 minuti) con acqua abbondante e sapone. Quindi bisogna recarsi subito al pronto soccorso per la medicazione e le cure del caso, spiegando bene come si sono verificati l’aggressione e il morso.