Partorire in casa
Partorire tra le pareti domestiche nei paesi industrializzati, più che un ritorno al passato, rappresenta una scelta di vita ma anche solo una moda, come per le future madri Vip. Desiderare di far nascere il proprio figlio nell’intimità della propria camera da letto, in cui si respirano profumi familiari e dove la presenza del futuro papà in maniche di camicia contribuisce a creare un clima altamente rassicurante e meno medicalizzato, è un sentimento sempre più diffuso. Nella realtà, però, questa scelta è poco praticata almeno in Italia, dove nascono in casa meno di 500 bambini all’anno. I motivi sono diversi.
Paura del parto
Come Ginecologa posso affermare che la quasi totalità delle donne ha paura del parto non tanto per “il dolore” quanto per le sue eventuali e imprevedibili complicanze per la salute di madre e bambino. Questo è il principale motivo per cui si preferisce l’ospedale anche quando la donna è sana e in buona salute e ha avuto una gravidanza fisiologica, requisiti indispensabili per decidere di partorire a casa. Il feto, poi, non deve avere alterazioni morfologiche o difetti di crescita endouterina, deve essere in presentazione cefalica e il Travaglio deve insorgere spontaneamente.
Partorire in casa: una scelta rischiosa?
Una serie di condizioni, quindi, definite a basso rischio di complicanze anche se il “basso rischio” non vuol dire rischio “zero” in quanto se è vero che 2+2 in medicina non fa sempre 4, in ostetricia può fare anche 3 o 5.
Per l'Associazione nazionale Ostetriche Parto a domicilio e casa maternità, il parto in casa per le donne sane, con bassa condizione di rischio e con struttura medica adeguata nei dintorni per le emergenze, è un’alternativa sicura ma è necessario affidarsi a ostetriche adeguatamente formate per l’assistenza al parto a domicilio.
Per la Società italiana di neonatologia (Sin), è invece una scelta rischiosa sia per la salute del bambino che della mamma.
Parto in casa: i consigli dell'esperto
Personalmente non ho mai dissuaso le mie rare gestanti che intendevano fare questa esperienza, valutando in primis il livello di emotività individuale e raccomandando di non intestardirsi a voler rimanere a casa a tutti i costi in caso di imprevisti.
Una buona situazione di compromesso è anche quella di affrontare in casa solo il travaglio ma sempre con l’assistenza di un’ostetrica qualificata. La fase dilatante può durare diverse ore e quando tutto procede bene (contrazioni uterine regolari e battito cardiaco fetale nella norma) non è necessaria l’assistenza medica. Si va in ospedale solo quando la dilatazione è completa e sta per iniziare la fase espulsiva.
Quanto costa partorire in casa?
Star come la cantante Giorgia hanno coronato il sogno di partorire fuori dall’ospedale e in piena sicurezza allestendo una vera e propria struttura ostetrica e neonatologica all’interno della propria casa. Molte future mamme VIP optano per questa scelta e, potendo non badare a spese, si dotano di un team di specialisti (ostetrica, ginecologo, anestesista, neonatologo) per fronteggiare prontamente ogni anche minima avversa eventualità.
Possiamo facilmente immaginare che un parto così organizzato preveda uno “scenario da sogno” con lenzuola di seta, stanza da bagno profumata di essenze e dotata di vasca idromassaggio, piscina dalla forma morbida e confortevole priva di spigoli per il parto in acqua e persino un plaid di puro cachemire per il brivido postpartum. Il parto delle madri Vip di certo non bada a spese.
Per le comuni mortali, se non azzeccano un sei al superenalotto, tra le valutazioni bisogna fare i conti anche con i costi di un parto a domicilio che, anche se non particolarmente elevato, può incidere in modo rilevante nella scelta. A differenza del parto in ospedale che è gratuito, quello in casa ha un costo, minore se ci si limita solo alla presenza dell’ostetrica e maggiore se si assommano eventuali onorari medici specialistici. Le Asl non sempre riconoscono le spese sostenute nonostante sia a conti fatti un risparmio anche per il Ssn.
In Italia, solo poche regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Lazio e la provincia di Trento e Bolzano) prevedono un rimborso dell'80% delle spese sostenute mentre le Asl di Torino, Parma, Modena e Reggio Emilia forniscono assistenza pubblica gratuita alle partorienti domiciliari. Per le altre donne italiane il parto in casa è un costo vero e proprio.
A casa o in ospedale, quando va tutto bene, l’emozione di quello sguardo che arriva insieme al primo vagito è sempre un’esperienza indimenticabile.