Allattare al seno è il gesto più naturale per una mamma, anche se può capitare di essere prese da qualche dubbio sulle giuste modalità dell' "operazione" . La domanda, allora, sorge spontanea: quali sono le posizioni corrette per allattare al seno?
Prima di tutto si può decidere di allattare in posizioni differenti, ma – in particolar modo nelle prime settimane dalla fine della gravidanza – assumere una posizione corretta è importante sia per la neomamma sia per il bebè, per evitare dolore ai capezzoli e avviare nel migliore dei modi la nutrizione del piccolo.
Quando si allatta al seno il primo figlio tutto quanto può apparire, almeno all’inizio, di difficile gestione. Si tratta, più semplicemente, di una capacità che va prima appresa e in seguito affinata: ogni rapporto tra madre e figlio è unico, e svilupperà nel corso del tempo abitudini e preferenze uniche, con la complicità come filo conduttore.
Come affermava lo scrittore e filosofo russo Lev Tolstoj: “Una madre che nutre il figlio dà immediatamente se stessa, il proprio corpo come cibo per i suoi figli, i quali senza ciò non sarebbero vivi. E questo è amore”.
Posizioni per l’allattamento al seno, cosa occorre sapere
Sgombriamo il campo da un luogo comune: non esiste, in senso assoluto,una posizione migliore per allattare un neonato. Ciascun bambino ha la sua preferenza ed ogni situazione richiede un minimo di adattamento e – perché no – qualche piccola “modifica” in corso.
Non bisogna dimenticare che allattare nella comodità di casa propria è differente rispetto ad allattare fuori casa. Pur considerando che per allattare in modo corretto esistono molte posizioni possibili, è opportuno considerare che per ciascuna posizione è basilare verificare alcuni aspetti pratici.
Scopriamo quali sono le posizioni ideali per l’allattamento, facendo in modo che anche il piccolo si rilassi:
- Posizione tradizionale: si tratta della posizione più usata dopo le prime settimane. Nella fase dell’allattamento, si sostiene il seno con la mano, mentre si appoggia la testa del neonato sull’avambraccio. La bocca è alla stessa altezza del capezzolo.
- Posizione della presa di transizione: variante della posizione classica, prevede che il bimbo – il cui collo è sorretto dalla mano della mamma, tra pollice, indice e palmo – sia sostenuto da un cuscino che lo porta direttamente all’altezza del capezzolo.
- Posizione sdraiata: è la posizione preferibile dopo un parto cesareo, poiché il piccolo non pesa sulla pancia. Per allattare occorre sdraiarsi nel letto su un fianco e posizionarsi il bimbo accanto, in modo tale che il suo nasino si trovi dinanzi al capezzolo.
- Posizione semi-reclinata: il piccolo poppa direttamente sdraiato sul corpo materno, e ciò consente una situazione davvero ideale in termini di naturalezza e spontaneità. Questa posizione rievoca quella, in natura, dei cuccioli di mammiferi.
- Posizione a culla: seduta comoda su un letto con dei cuscini a disposizione oppure su una poltrona dotata di braccioli, la mamma gira il piccolo su un fianco e gli appoggia la testa nell’incavo del gomito, con il naso all’altezza del capezzolo.
- Posizione della presa sottobraccio: consigliata dopo un cesareo, cosicché il bimbo sia lontano dalla ferita. Prevede di sostenere la testa del piccolo con la mano. La spalla viene quasi a toccare al braccio, lungo il fianco. Il volto del bimbo è di fronte alla mamma.
- Posizione della lupa: la mamma, a carponi, porge il seno al piccolo, che si trova sdraiato sulla schiena, appoggiato sul letto oppure su un cuscino morbido. Per la mamma si tratta di una posizione un po’ scomoda, ma soltanto nella fase iniziale.
Allattare al seno in modo corretto, quali sono i segnali
La mamma si può rendere conto che sta allattando bene? La risposta è si, grazie a semplici segnali. Il piccolo, ad esempio, sembra a suo agio e l’allattamento non provoca dolore alla mamma; il neonato, comodo nella sua posizione – e con la bocca completamente riempita del seno – non ha bisogno di girare la testa mente viene allattato. Se la stanza è silenziosa, infine, si può avvertire bene il bimbo che deglutisce. Inoltre, una corretta autopalpazione del seno, potrebbe garantire la consapevolezza della quantità del latte e nutrire al meglio il bimbo.