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La storia di Simone
La sua è una vicenda molto singolare. Nato prematuro nel 2012, Simone ha dovuto affrontare subito i forti disagi causati da una malattia cronica, la displasia renale bilaterale, una doppia anomalia parenchimale che può derivare da un anomalo sviluppo della vascolarizzazione renale dei tubuli renali, dei dotti collettori o del sistema di drenaggio. Una malattia che nel 2013 lo ha portato alla dialisi. Il suo caso è stato seguito da Giovanni Montini, direttore della Nefrologia pediatrica del Policlinico. Per il suo caso c'erano delle liste d'attesa troppo lunghe "perché - racconta l'esperto all’agenzia di stampa ADNKRONOS- la disponibilità di donatori deceduti di età pediatrica è scarsa".La decisione dei medici
Per lui, però, c'era un donatore molto vicino, la sua mamma. Ma il suo rene era troppo grosso per entrare nell'addome del bambino. E "fino a poco tempo fa - aggiunge Claudio Beretta, che guida l'Unità operativa di trapianto di rene - la scelta era di non eseguire trapianti da vivente da un genitore al figlio piccolo, perché la discrepanza di dimensioni poteva portare a un elevato rischio di insuccesso".L'esperto spiega l'operazione
Ecco allora che si decide di provare una strada nuova. "Nel trapianto normale su un bambino - spiega Beretta - il rene viene inserito all'interno del peritoneo, una membrana che aiuta a mantenere gli organi addominali nella loro giusta posizione. Noi abbiamo però scelto di trapiantare il rene al di fuori del peritoneo, in uno spazio più contenuto e 'obbligato' che avrebbe permesso di non spostare né modificare il resto dei visceri". A lavorare insieme a Beretta e Montini gli esperti del Nord Italia Transplant, i nefrologi della Pediatria, gli anestesisti, gli infermieri e una psicologa che ha seguito passo passo i genitori. Il nuovo rene, opportunamente modificato, è stato collegato al circolo sanguigno mettendolo in comunicazione con l'aorta e la vena cava. Una novità rispetto al solito dato che generalmente viene collegato con con i vasi iliaci che si trovano più in basso nel bacino.
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Dopo l'intervento
Oggi Simone sta bene ed è tornato nella sua casa in Emilia Romagna dove vive con il padre e la generosa mamma. Il rene trapiantato "sta funzionando regolarmente - assicura Beretta - e non si sono presentati segni di rigetto precoce. Il bimbo dovrà continuare la terapia immunosoppressiva a vita, e fare qualche attenzione in più al rischio di eventuali infezioni. Ma di fatto lo aspetta una vita praticamente normale". Una vita paragonabile quasi in tutto a quella di tutti gli altri bambini.Prospettive per il futuro
Non solo una buona prospettiva di vita per Simone ma anche nuove possibilità per il futuro. "Il buon risultato del trapianto su Simone - conclude Beretta, come si legge sul Corriere della Sera - ha però modificato questa scelta: per alcuni piccoli pazienti in dialisi è già stata prospettata la possibilità di ricevere una donazione d’organo da vivente e sarà lo stesso per tutti quelli che saranno ricoverati in futuro".Per approfondire guarda anche "Trapianto del rene"
Ultimo aggiornamento: 03 Marzo 2016
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