Il Medioevo, da molti considerato il periodo 'buio' della storia, presenta invece un fiorire di medici che si dedicano con passione alla scienza. Tra questi l'arabo Avicenna occupa certamente un posto di spicco.
Nato a Bukhara, in Persia, nel 980, ebbe una vita avventurosa, piena di colpi di scena: fu, infatti, non solo medico, ma anche politico, filosofo, scrittore; conobbe la fama a corte, fu visir, ma dovette anche affrontare la durezza della prigionia e la guerra.
Avicenna aveva un'ampia cultura filosofica, scientifica, giuridica, matematica; era un genio già da giovane, tanto che la regina Sayyeda lo volle come medico di corte quando aveva appena 18 anni. Grazie alla sua ammissione a corte Avicenna ebbe modo di accrescere ancora di più la sua cultura, dato che aveva accesso alla biblioteca reale, che conteneva oltre 1000 manoscritti.
A Baghdad il medico rimase molto poco; fu presto nominato visir dal principe Hamadan, che egli stesso aveva guarito. Così Avicenna di giorno si interessava di politica, di notte studiava e scriveva. Il testo al quale è maggiormente legato il suo nome è il Canone della medicina, in 5 libri, ma le sue opere, secondo il suo biografo, sono più di 200.
Tra queste va anche ricordata un'enciclopedia in 20 volumi, che fu distrutta durante la guerra. Avicenna morì durante una spedizione militare; non aveva ancora sessant'anni.
In medicina il nome di Avicenna è legato a doppio filo con la scuola araba, ed in lingua araba egli scrisse tutti i suoi libri, tra cui quelli di anatomia, farmacologia e Patologia, raccolti nel famoso Canone che, tradotto, ha rappresentato una pietra miliare per le scuole successive.
Egli si ispirò soprattutto ad
Avicenna viene anche ricordato per aver fatto conoscere agli arabi le terme greco-romane; i bagni turchi, infatti, non sono altro che una rivisitazione delle antiche terme romane, la cui architettura è rimasta comunque invariata.