Dire addio a una vacanza in barca a causa del mal di mare: lo fanno in molti e c’è chi decide di non partire affatto per non provare il fastidioso disturbo dovuto alle oscillazioni della barca. Il mal di mare, o cinetosi, è un malessere antico: pare ne soffrisse anche Giulio Cesare oltre ad altri numerosi condottieri.
Eppure per molto tempo sul disturbo da viaggio (la cinetosi riguarda infatti tutti i mezzi di trasporto) è calato un velo di imbarazzo e vergogna quasi rappresentasse un segno di debolezza della persona. Ora non è più così e i rimedi per gestire il fastidioso senso di nausea e spossatezza che colpisce tantissime persone non appena mettono piede su una barca sono tanti. Basta seguire qualche semplice accorgimento per evitare di rovinarsi le vacanze al mare.
Regole per affrontare il mal di mare
Prima di ricorrere ai classici farmaci antinausea o dei tranquillanti, è bene provare a mettere in pratica alcuni stratagemmi a partire da una consapevolezza: solo la cessazione del movimento provoca la totale scomparsa dei disturbi. Non c’è un’altra cura possibile per il mal di mare. Per tornare a stare bene bisogna mettere piede sulla terraferma. Tuttavia, cercare di stare in corrispondenza del centro di gravità della nave è un ottimo inizio per prendere di petto la situazione e non lasciarsi travolgere dalle sensazioni di malessere.
Posizionarsi in un ambiente ventilato evitando gli spazi stretti e chiusi. Mai scendere sotto coperta: qui oltre a esserci meno ossigeno, i movimenti della barca si percepiscono ampliati.
Restare fuori, respirare l’aria del mare a pieni polmoni e allontanarsi dagli odori che possono aumentare il senso di nausea. Assecondare con la mente e con il respiro i movimenti della barca lasciandosi trasportare e cullare dalle onde senza opporre resistenza e concentrando invece lo sguardo sull’orizzonte: questo aiuta gli occhi e i centri dell’equilibrio nel nostro cervello a mettersi d’accordo.
I sintomi del mal di mare sono infatti dovuti a una specie di “fraintendimento” tra stimoli di diversa provenienza: quelli vestibolari (che regolano l’equilibrio) e quelli visivi o propriocettivi (che provengono dai muscoli e dalle articolazioni) che contribuiscono a rilevare la nostra presenza nello spazio.
A livello di input, quanto ci dicono i nostri occhi risulta predominante rispetto ad altri tipi di stimoli, perciò a volte il cervello si ritrova a gestire informazioni discordanti. Se le informazioni che provengono dall’esterno non combaciano con quelle dei nostri occhi e del nostro corpo, allora si può soffrire di nausea, vomito, debolezza o sonnolenza, pallore, sudorazione fredda: i sintomi tipici del mal di mare (o del mal d’auto, d’aereo, e così via).
Affrontare il mal di mare: prima con lo stomaco e con la mente
Per affrontare al meglio la cinetosi è bene pensare anche al nostro stomaco: evitare il fumo, il caffè, il tè, il latte, le bevande acide (come le spremute d’arancia) e i pasti abbondanti. Vietatissimi gli alcolici. Se si avverte la sete, meglio bere acqua minerale fresca e frizzante.
Se il mare è mosso, non è consigliabile affrontarlo a stomaco vuoto. Salire a bordo a digiuno è sbagliato quanto esagerare con il cibo. Una giusta via di mezzo è la scelta più saggia: mangiare qualcosa di secco e di salato è preferibile. Evitare anche il “contagio psichico”: stare accanto a persone che stanno male aumenta anche il nostro malessere.
Cercare invece di distrarsi con altre attività: guardare, come detto, la lontana linea dell’orizzonte che non segue i movimenti della nave è un buon allenamento. Sdraiarsi o sedersi quando compaiono i primi sintomi aiuta ad alleviare il malessere.
In casi estremi, ricorrere ai farmaci può essere una soluzione, soprattutto per i soggetti emicranici o che soffrono già di disturbi a livello vestibolare. I più utilizzati sono quelli a base di scopolamina, prometazina e dimenidrinato. Ci sono anche cerotti da applicare dietro l’orecchio due ore prima di salire a bordo, i bracciali anti nausea e delle formulazioni sotto forma di gomma da masticare, che vanno assunte nel momento in cui compaiono i primi malesseri legati al viaggio. Per ogni soluzione di questo tipo è però sempre bene chiedere consiglio al proprio medico.
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