La sua condizione è piuttosto complessa e richiede una attenta analisi di tutti gli esami eseguiti nonché esame clinico accurato. Ovviamente tutto questo non è possibile fare in questo contesto. Pertanto le si può rispondere soltanto in maniera generica. Vi è la necessità di comprendere la causa delle alterazioni dei valori di aminotransferasi, per cui vanno fatti tutti gli esami volti ad indagare sui fattori noti di danno epatico (virus, alcol, farmaci, deficit di alfa-1AT, accumulo di ferro o di rame, autoanticorpi, celiachia, tireopatie, steatoepatite, etc). Nel caso di negatività di tutti questi fattori, può risultare utile eseguire una nuova biopsia epatica, vista la scarsa significatività della precedente, che considerava la possibilità di una steatoepatite. Per esprimere giudizi sulla evoluzione del suo problema, prima di tutto è necessario che venga fatta una diagnosi, poi si può ipotizzare una prognosi. Comunque, di per sé, le aminotransferasi alterate hanno il significato di segnale di allarme di “qualcosa” che disturba il fegato. Nel suo caso questo “qualcosa” potrebbe essere rappresentato dagli psicofarmaci che assume da 9 anni, dal Torvast, dalla dislipidemia associata alla steatosi epatica.