A mio padre è stato diagnosticato un epatocarcinoma multifocale, è stato tentato un intervento di CEAT, chemioembulizzazione, non riuscito a causa di una eccessiva tortuosità dei vasi sanguigni, generata dalla presenza di una cisti renale. I valori dell'alfafetoproteina sono triplicati a distanza di un mese, pur essendo in cura con un trattamento di tamoxifene. Alcuni medici oncologi consultati hanno specificato che ormai bisogna soltanto lasciare che il percorso del male si compia: con un'accurata
Terapia del
Dolore si è ottenuta una riduzione dei dolori lancinanti nell'area fegato-stomaco, con il cortisone si è ridotta la febbre elevata, resta un problema, molto debilitante: grandi "sudate" notturne, che si verificano anche due volte per notte, e stanno riducendo notevolmente la qualità del sonno, creando gravi problemi nella vita quotidiana. E' possibile ridurre anche questo sintomo? Il Professore, gastroenterologo che ha in cura mio padre, e gli oncologi consultati, stanno scaricando le scelte sui colleghi: è perché non esiste alcuna soluzione al problema? La terapia al
Tamoxifene potrebbe essere sostituita con una terapia al megesterone (il farmaco proposto era "MEGACE"), con maggiore efficacia? Noi familiari siamo molto confusi, ma cerchiamo soltanto di alleviare le sofferenze...Paola