La sua è una condizione seria che richiede l’osservazione attenta in ambiente ospedaliero. La gravidanza è una condizione che può essere concausa di pancreatite. L’approccio alla paziente gravida con grave dolore addominale è assai simile a quello per pazienti non gravide con addome acuto. Il trattamento dell’addome acuto in gravidanza dipende dalla specifica causa. Se è richiesto l’intervento chirurgico ma è considerato di elezione, è buona norma attendere il termine della gravidanza. Incidenza: la pancreatite è una rara e grave condizione in gravidanza ed è controverso se la gravidanza stessa predisponga alla pancreatite. I fattori di rischio includono: calcoli alla colecisti, alcol, iperlipidemia, iperparatiroidismo, trauma addominale, infezioni virali. Cose da fare: monitorare l’amilasi sierica, che è già di per sé lievemente elevata nelle gravidanze normali. Inoltre valutare attentamente se l’elevazione delle amilasi non sia dovuta ad altre cause: perforazione intestinale, ostruzione intestinale. Utile controllare anche se c’è iperglicemia, iperbilbirubinemia, ipocalcemia. Eseguire ecografia per cercare calcoli in colecisti. Terapia iniziale con liquidi e.v. per l’ipovolemia; correggere eventuali alterazioni elettrolitiche, correggere livelli di glicemia e della calcemia. Nutrizione parenterale totale necessaria se la malattia è prolungata. I sintomi acuti perdurano di solito per 6 giorni. Il tasso di mortalità materno varia tra 0-37% mentre il tasso di mortalità perinatale è approssimativamente 11% o meno. E’ necessaria una attenta valutazione clinica giornaliera da parte del ginecologo e del gastroenterologo controllando frequentemente tutti i parametri biochimici implicati.