La terapia antiblastica è senz’altro un’arma molto utile ma la sua potenza è tale da determinare a volte, come è successo nel suo caso, una sofferenza cardiaca, che si è manifestata dal punto di vista dei sintomi con l’oppressione retrosternale e la fame d’aria, ma anche a livello strumentale (l’ipocinesia del setto interventricolare e la modesta riduzione della frazione di eiezione riscontrata ecocardiograficamente e le onde T negative all’ECG) e di laboratorio (il modesto movimento della troponina). Questa situazione, visto il successivo ecocardiogramma effettuato in Cardiologia, risultato sostanzialmente normale, è stata fortunatamente di carattere transitorio, ma ha portato i colleghi, correttamente, a sospettare una eventuale possibile concomitante problematica coronarica, che è stata fortunatamente esclusa dalla Tc. Se il suo rischio cardiovascolare è basso ed i suoi valori pressori sono effettivamente nei limiti (ma è sicura che sia realmente così?) in effetti non sembra opportuna una terapia specifica. Sono invece utili controlli cardiologici, in particolare se dovesse continuare la chemioterapia, come pure un monitoraggio della pressione da parte del Suo curante. La familiarità, vaga, di Sua madre non aggiunge nulla di particolare alla situazione.