Gentile lettore
L'uso dell'insulina per via inalatoria non sta riscontrando quei benefici sperati, poichè in ogni caso dovrebbe essere usata associando terapia insulinica iniettiva sottocutanea ultralenta al momento di coricarsi.
le invio qualche ricerche sulle cellule staminali che riguardano il diabete che certo lei ha già letto. Non sono pessimista sulla ricerca, ma ancora siamo nel campo della ricerca.
Conserva un dente, raccomandano gli scienziati nello studio pubblicato Journal of Dental research (JDR) perche' le cellule staminali dei denti possono essere trasformate in cellule che producono insulina per un glucosio-dipendente -un passo significativo verso lo sviluppo di terapie per il diabete con cellule staminali.
La scoperta e' particolarmente importante per il tipo 1 del diabete, quando il pancreas non e' in grado di produrre insulina a sufficienza.
Peter Verlander è a capo dell'ufficio scientifico dei Provia Laboratories che forniscono il servizio "Conserva un dente", dove i genitori possono conservare i denti dei loro bambini, ricchi di staminali, per avvantaggiarsi in futuro dell'evolversi delle ricerche in merito.
Gia' nel 2000 scienziati del National Institut of Health avevano fatto uno studio per isolare le cellule staminali della polpa dentaria. E nel 2009 avevano dimostrato come queste cellule staminali del legamento parodontale potevano produrre insulina. La nuova ricerca mette il paletto successivo: dimostra come le cellule staminali dei denti possono essere usate per generare cellule che secernono insulina che possa servire ai glucosio-dipendenti, perche' quando sono esposte a molto glucosio, le cellule producono altrettanto molta insulina.
Secondo lo studio pubblicato sul JDR, gli scienziati del Stempeutics Research Malaysia all'Universita' di Malaya hanno isolato cellule staminali dai molari di bambini, estratti nell'ambito delle normali cure dentali. Gli scienziati hanno poi coltivato queste cellule staminali dentarie in condizioni tali che si sono trasformate in aggregati di cellule insulari, come quelle del pancreas che secernono l'insulina.
Fonte: Aduc (15/03/2011)
Da staminali create cellule pancreatiche e intestinali
SCOPERTO CHE PARTENDO DA STAMINALI INDOTTE O GERMINALI O EMBRIONALI È POSSIBILE CREARE CELLULE UTILI ANCHE PER LA CURA DEL DIABETE O ALTRE PATOLOGIE INTESTINALI
Alla George Town University sono stati condotti due diversi studi che hanno permesso di scoprire che le cellule staminali possono essere impiegate nella cura del diabete. I ricercatori del primo studio, coordinati da Ian Gallicano, hanno utilizzato delle cellule staminali germinali spermatogoniche pluripotenti e le hanno coltivate con dei composti appositi che rendono le cellule simili a quelle del pancreas, le cellule beta responsabili della produzione di insulina e che vengono distrutte nel diabete di tipo 1. Successivamente le cellule sono state trapiantate nei topi diabetici e hanno iniziato a produrre insulina. Gallico ha spiegato che, grazie a questa scoperta, i trapianti potranno essere effettuati con le cellule dei pazienti stessi e potranno riguardare anche le donne utilizzando come cellule di base, gli ovociti.
Redazione MolecularLab.it (17/12/2010)
Con le staminali adulte all'attacco del diabete
La terapia cellulare potrebbe portare alla cura del diabete: dagli Stati Uniti Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute and Cell Transplant Center di Miami, ha recentemente annunciato gli avanzamenti della sua strategia innovativa basata sul trapianto di cellule del pancreas.
«Questa strategia si basa per ora sull’estrazione e purificazione delle cosiddette "isole di Langerhans", i grappoli di cellule endocrine che contengono le cellule beta produttrici di insulina, dal pancreas umano, generalmente da un donatore multiorgano deceduto. Le isole vengono trapiantate nel fegato del ricevente inducendo così il fegato a diventare un doppio organo nella funzione. Questi trapianti sono tuttora sperimentali e sono l’oggetto di indagini approvate dalla Fda, l’ente governativo statunitense che si occupa della sicurezza, per l’eventuale consenso finale che permette il rimborso da parte del sistema sanitario. I lavori sono sponsorizzati, inoltre, dal Dipartimento della salute (Nih) in Nord America ed Europa e dovrebbero essere completati nel giro di un anno e mezzo. Ma ci sono ancora grossi limiti da superare».
Quali?
«Il problema è che tuttora questi trapianti sono limitati ai casi più gravi di diabete perché richiedono il trattamento dei pazienti con farmaci anti-rigetto che comportano rischi ed effetti collaterali da valutare con attenzione rispetto ai benefici del trapianto stesso. Ma il trapianto di isole pancreatiche rimane il prototipo di terapia cellulare per il diabete e la base per future terapie cellulari con cellule che producano insulina derivate da staminali o tramite riprogrammazione cellulare»…
Alessandra Turchetti
Cordiali saluti
Dott. Corso Concetto
Diabetologo
Socio AMD