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Esperto Risponde

Buongiorno dottore, le chiedo se cortesemente ha

Buongiorno dottore, Le chiedo se cortesemente ha due minuti per esaminare il mio caso e darmi qualche consiglio. Sono un atleta di 34 anni di corsa di resistenza di discreto livello (1 ora 10 minuti su mezza maratona) il quale da ormai 3 anni è stato riscontrato durante e in fase di recupero episodi di flutter/fibrillazione atriale della durata variabile da alcuni minuti ad anche 20/30 minuti. Fatto gli opportuni controlli (cuore sano, Tiroide ok... e detrening fisico di 6 mesi) il problema appena riiniziavo l'attività si ripresentava. Sono andato avanti, correndo agonisticamente, oltre un anno con episodi più o meno frequenti di flutter e fibrillazione con predominanza del flutter, durante i quali mi vedevo costretto ad interrompere l'allenamento o la gara, dopodichè visto la maggiore frequenza degli stessi da oltre un anno ho cessato attività agonistica e saltuariamente faccio attività blanda di mantenimento (l' intensità dell'allenamento non pregiudica lo scatenarsi o meno di tali eventi aritmici). Non ho mai avuto sensazioni di mancamento o svenimento. La Fibrillazione atriale ce l'ha anche mio padre (64anni) da circa 5 anni; è stato cardiovertito lo scorso anno e con Terapia farmacologica almarytm è a ritmo. Il giorno 7 ottobre 2004 ho eseguito un intervento di ablazione con radiofreq. del circuito del flutter atriale, intervento che al momento sembra aver debellato il flutter. La scelta è stata fatta in quanto il flutter rappresentava il circuito che sosteneva per periodi anche lunghi (30/40 minuti) l'aritmia. Attualmente però sempre in corso di attività fisica blanda si riscontrano episodi aritmici di fibrillazione atriale. Unica consolazione è che l'evento aritmico dura molto meno che prima (da poche decine di secondi a 2/3 minuti, poi rientra). Ho notato anche che si sviluppa maggiormente durante sforzi blandi o in situazione di recupero. Il mio aritmologo di fiducia mi ha detto che l'ipotesi più probabile è che esista un focus che spara in certi momenti i suoi impulsi ad alta frequenza desincronizzando l'atrio in fibrillazione. Ora non saprei bene come comportarmi in quanto sono in bilico tra la voglia di correre (non necessariamente da agonista) e la mia salute. Il medico per il momento ha deciso di non fare nulla...solo in futuro se il problema peggiora si valuterà se provare un intervento di ablazione vene polmonare o ricorrere ai farmaci. Io non sono uno che si tira indietro di fronte ad una scelta, ma vorrei sapere cosa sia sensato fare per conciliare una vita con bassi rischi e la mia passione per lo sport. Secondo Lei posso conciliare il tutto??? Esistono altre possibilità per risolvere il mio caso e dove eventualmente mi consiglia di rivolgermi??? Ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità. Luca.
Risposta del medico
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Mi sembra che quanto le ha consigliato il suo aritmologo sia da condividere. Lei ha ottenuto un risultato parziale che va controllato nel tempo, eventualmente con l’aggiunta di farmaci. Opzioni successive, come l’ablazioni a livello dell’ostio delle vene polmonari vanno discusse con l’aritmologo valutando il rapporto rischio/beneficio delle varie opzioni.
Risposto il: 13 Giugno 2005