Il TIA è l'acronimo di "transient ischemic attack", cioè un fenomeno di improvvisa riduzione di flusso sanguigno in un distretto del cervello, con conseguente sofferenza del tessuto coinvolto. Il fatto che sia transitorio indica che questa sofferenza è reversibile, cioè che non è abbastanza intensa e prolungata da provocare la morte di cellule cerebrali (in quel caso si parlerebbe di ictus). In un certo senso, è l'equivalente dell'attacco di angina pectoris del cuore, con la differenza che la sofferenza cerebrale non si accompagna a dolore locale bensì a compromissione transitoria delle funzioni cerebrali espresse dal tessuto coinvolto (con sintomi locali che possono essere simili a quelli che mi ha raccontato). Quindi, è successa una cosa che non ha prodotto danni. Però è il "campanello d'allarme" di qualcosa di brutto che potrebbe succedere da un momento all'altro, cioè l'ictus. Per questo motivo bisogna correre ai ripari, per quanto possibile, rimuovendo i fattori di rischio per questo tipo di malattia (fumo, obesità, ipercolesterolemia, eccesso di aggregazione piastrinica, ect), sostanzialmente gli stessi per cui sono a rischio i malati di cardiopatia ischemica.
Saluti