Gentile signora,
capisco la sua difficoltà: è terribilmente doloroso vedere un figlio chiudersi e rifiutare qualsiasi aiuto.
Mi piacerebbe sapere di più sulla vostra storia: la gravidanza, eventuali avvenimenti luttuosi o periodi difficili vissuti da voi genitori quando il bambino era piccolo, la sua evoluzione personale, come viveva i distacchi dalla mamma, i percorsi scolastici, i suoi punti di forza e le sue capacità che sicuramente ci saranno e che dovrebbero costituire la base da cui ripartire per aiutarlo a crescere.
Il problema dello spinello e della "chiusura" deve infatti essere inquadrato nella vostra e nella sua storia.
Non potendo però avere accesso a tutto questo comincerei a riformulare in questo modo
la sua richiesta di aiuto:
Come mai mio figlio "sceglie" di affrontare i suoi problemi di crescita (separarsi dai genitori e definire la propria identità, immaginare un futuro ecc) proprio in questo modo: escludendo la mamma, rifiutando le proposte dei genitori, non manifestando interesse per quello che piace a loro ecc ecc?).
Vorrei farle capire che questi comportamenti sono il suo modo di affrontare dubbi ed angosce caratteristici di quella età. Per noi adulti è sbagliato fumare spinelli e stare tutto il pomeriggio al parco, per lui, in questo momento, è il modo che ha, adesso, a disposizione per sentirsi a posto (forte? sicuro nel gruppo? senza pensieri? non posso dire, possiamo però attribuire diversi significati a questo comportamento).
Quindi dovremmo cercare di rispettarlo e trovare il modo di stargli vicino ed aiutarlo in modo diverso: il muro contro muro, la condanna e il giudizio, ha già sperimentato, non servono.
So che possono sembrare solo parole e che è difficile assumere una posizione di rispetto ed accettazione per un ragazzo che (secondo noi) si sta facendo del male. E' però fondamentale riconoscergli che è il "suo" tentativo di trovare una strada.
Allora dobbiamo accettare passivamente e non fare nulla?
Direi di no, dobbiamo continuare a contrattare con lui permessi ed orari, richiedere un certo rendimento scolastico, insomma tutto quello che normalmente facciamo come genitori.
Al tempo stesso, come dicevo, dobbiamo cambiare il modo di guardare al problema:
1 capire da dove viene il disagio di suo figlio (e non ho elementi per aiutarla su questo ma può ricontattarmi dandomi più informazioni);
2 ritrovare per quanto possibile, di fronte ai suoi muri, silenzi, facce scure, insomma tutto quello che un adolescente in difficoltà ci sbatte in faccia, uno sguardo più equilibrato, rispettoso e fiducioso: sta cercando (magari sbagliando) la sua strada.
3 Soltanto dopo aver cambiato lo sguardo potrà cercare i modi per comprenderlo e per aiutarlo, magari anche offrendogli la possibilità di contattare uno psicologo. Se rifiuta?
Può sentire lei il parere di un collega che può aiutarla a cercare il giusto modo di porsi di fronte ai comportamenti di suo figlio.
Non mi "fisserei" , in questo momento, sul problema degli spinelli, tra l'altro sentirà a questo proposito i commenti più diversi: "tutti li fumano" "Sono l'anticamera della tossicodipendenza" "Portano alla passività" .....
Sicuramente lei percepisce qualcosa nel comportamento di suo figlio che la fa preoccupare per questo aspetto, e sono d'accordo con questa preoccupazione. Tenga conto però che probabilmente non è un problema di dipendenza ma di crescita che potrebbe assumere altre forme come decidere di dimagrire, rifiutarsi di uscire di casa o rimanere ore davanti ai videogiochi...
Una crescita "sofferente" e contrastata che, tanto più viene sentita come insicura e fragile dal ragazzo, tanto più si manifesterà con atteggiamenti da duro, oppositività e rifiuto del dialogo.
Mi fermo qui perchè, se fossimo a tu per tu, chiederei il suo parere sulle mie parole e le darei spazio per ripercorrere la sua e la vostra storia, per cominciare così a vedere il problema da un nuovo punto di vista.
La saluto e le sono vicino
Rocco Fornara