Gli interventi di chirurgia rifrattiva corneale hanno come principali controindicazioni la presenza di patologie corneali, la presenza di uno spessore corneale (valutato con la pachimetria) non sufficiente ad effettuare l'intervento in sicurezza, la presenza di un diametro pupillare troppo ampio (che creerebbe disturbi visivi importanti), la facilità ad avere cicatrici esuberanti, la presenza di "occhio secco". Tutte queste controindicazioni vanno prese in considerazione ogni volta che si prende in considerazione l'effettuazione di un intervento di chirurgia rifrattiva ed è il chirurgo oculista che sceglie la tecnica adatta per la correzione del difetto visivo o ne sconsigla l'esecuzione.
La presbiopia non è un "difetto visivo", ma una naturale conseguenza dell'invecchiamento del nostro organismo, e in particolare del cristallino che non riesce più a variare la sua forma (accomodare) non permettendo più di avere una visione distinta per vicino senza una adeguata correzione ottica. Attualmente non è possibile correggere adeguatamente la presbiopia con interventi chirurgici e quindi tutti pazienti superiori ai 40 anni che effettuano interventi per la correzione di miopia devono aspettarsi l'avvento della presbiopia subito dopo l'operazione.
Dott. Lugi Mosca
Responsabile Servizio Cornea e Chirurgia Rifrattiva
Policilnico A. Gemelli