La crioglobulina (Crio) è una immunoglobulina (di classe IgG oppure IgM) che ha la caratteristica di precipitare a basse temperature ( 37 °. A seconda della natura mono- oppure policlonale della Crio-, si distinguono classicamente tre tipi di Crio-:TIPO 1: Crio- solo momclonale; TIPO 2 : Crio- mono e policlonale; TIPO 3: Crio- solo policlonale.
Il virus epatitico C (HCV) costituisce l’agente etiologico di almeno l’ 80% delle forme di Crio- di tipo 2 (assai meno frequentemente può costituire causa di Crio- di tipo 3). Questa specifica forma di Crio- di tipo 2 era denominata in passato “Crioglobulinemia mista essenziale (CME)”. Attualmente la diagnosi di CME andrebbe riservata esclusivamente alle forme ad etiologia ancora ignota.
In alcuni studi più del 50% dei pazienti con infezione da HCV presenta Crio-. Spesse volte i livelli di Crio- sono bassi, con un criocrito quasi mai superiore al 10%. Spesse volte la presenza di Crio- è un dato esclusivamente laboratoristico, in assenza di apparenti manifestazioni cliniche correlate. Più in generale, nella Crio-HCV la quantità di Crio circolanti correla debolmente con la gravità delle manifestazioni cliniche. Per una corretta ricerca e identificazione delle crioglobuline è indispensabile eseguire una corretta raccolta di sangue a 37°C con successivo mantenimento della provetta, per almeno 48 ore, alla temperatura di 2-4 °C. al termine di questo periodo le crioglobuline, se presenti, precipitano al fondo della provetta e possono essere quantizzate (criocrito) e tipizzate. Si ritiene positivo un criocrito maggiore del 2%, ma basso fino al 10%. Il suo valore sembra quindi appartenere a questo 2° gruppo.