Cara Kate, per prima cosa bisogna differenziare l'incontinenza urinaria da sforzo (ovvero fuge di urina quando si effettuano sforzi fisici quali tossire, ridere, starnutire, correre o alzarsi di scatto) dall'incontinenza urinaria da urgenza (ovvero avvertire uno stimolo imponente di urinarie e non riuscire ad arrivare alla toilette senza perdere urina). Nel primo caso la terapia è chirurgica: L'intervento è minimamente invasivo e consiste nel posizionamento di una benderella in materiale sintetico al di sotto dell'uretra attraverso una piccola incisione (circa 1,5 cm) in vagina. A seconda delle tecniche la benderella viene fatta passare dietro l'osso pubico e fuoriuscire sopra il monte di venere, all'intero di due "buchi dell'osso pelvico (forami otturatori) con fuoriuscita del nastro a livello della radice delle cosce o addirittura (con le benderelle miniinvasive) non uscire affatto. Naturalmente il nastro viene tagliato e a seconda della tecnica avrai due punticini al di sopra del monte di venere, due punticini all'interno delle cosce o nessun punticino. I primi due approcci hanno risultati ottimi (tra l'85% ed il 95% di guarigioni) con scarsissimi rischi (lesioni vescicali per la prima, dolore alla radice delle cosce il secondo), mentre le benderelle miniinvasive (o minisling) hanno risultati lievemente peggiori (60-80%), ma rischi ancora più contenuti. Le dimissioni in genere si effettuano il giorno dopo l'intervento e la ripresa delle attività quotidiani è velocissima. Un'alternativa ancor meno invasiva e dolorosa è l'infiltrazione all'interno dell'uretra di materiale che ricrea lo sfintere uretrale, con risultati lievemente inferiori (50-70% di successo), ma rischi praticamente assenti e ripresa immediata. Se invece la sua incontinenza è da urgenza, la terapia di prima istanza è farmacologica con farmaci antimuscarinici. Purtroppo questa terapia è sintomatica e non guarisce la malattia per cui va assunta, anche a cicli per molto tempo. Nel caso dovesse fallire la terapia medica, si ricorre all'infiltrazione vescicale di tossina botulinica o a neuromodulazione sacrale (si applica una specie di pace-maker sottocutaneo che stimola un nervo a livello dell'osso sacro).