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Esperto Risponde

Differenziare incontinenza urinaria da urgenza da quella da sforzo.

Da alcuni anni(io ne ho 76) soffro di perdite di urina, dovute ad incontinenza.Il mio medico di base quando lo dico si stringe le spalle e mi fa capire che non c'è rimedio. Dal canto mio, io non vorrei affrontare operazioni dolorose che mi lascino disturbi ed eccessivi restringimenti come so che è accaduto ad alcune mie amiche.Che fare?Grazie dell'attenzione.Kate
Risposta del medico
Dr. Giovanni A. Tommaselli
Dr. Giovanni A. Tommaselli
Specialista in Ginecologia e ostetricia
Cara Kate, per prima cosa bisogna differenziare l'incontinenza urinaria da sforzo (ovvero fuge di urina quando si effettuano sforzi fisici quali tossire, ridere, starnutire, correre o alzarsi di scatto) dall'incontinenza urinaria da urgenza (ovvero avvertire uno stimolo imponente di urinarie e non riuscire ad arrivare alla toilette senza perdere urina). Nel primo caso la terapia è chirurgica: L'intervento è minimamente invasivo e consiste nel posizionamento di una benderella in materiale sintetico al di sotto dell'uretra attraverso una piccola incisione (circa 1,5 cm) in vagina. A seconda delle tecniche la benderella viene fatta passare dietro l'osso pubico e fuoriuscire sopra il monte di venere, all'intero di due "buchi dell'osso pelvico (forami otturatori) con fuoriuscita del nastro a livello della radice delle cosce o addirittura (con le benderelle miniinvasive) non uscire affatto. Naturalmente il nastro viene tagliato e a seconda della tecnica avrai due punticini al di sopra del monte di venere, due punticini all'interno delle cosce o nessun punticino. I primi due approcci hanno risultati ottimi (tra l'85% ed il 95% di guarigioni) con scarsissimi rischi (lesioni vescicali per la prima, dolore alla radice delle cosce il secondo), mentre le benderelle miniinvasive (o minisling) hanno risultati lievemente peggiori (60-80%), ma rischi ancora più contenuti. Le dimissioni in genere si effettuano il giorno dopo l'intervento e la ripresa delle attività quotidiani è velocissima. Un'alternativa ancor meno invasiva e dolorosa è l'infiltrazione all'interno dell'uretra di materiale che ricrea lo sfintere uretrale, con risultati lievemente inferiori (50-70% di successo), ma rischi praticamente assenti e ripresa immediata. Se invece la sua incontinenza è da urgenza, la terapia di prima istanza è farmacologica con farmaci antimuscarinici. Purtroppo questa terapia è sintomatica e non guarisce la malattia per cui va assunta, anche a cicli per molto tempo. Nel caso dovesse fallire la terapia medica, si ricorre all'infiltrazione vescicale di tossina botulinica o a neuromodulazione sacrale (si applica una specie di pace-maker sottocutaneo che stimola un nervo a livello dell'osso sacro).
Risposto il: 13 Giugno 2011