Salve, ho un problema di diverticoli infiammati: circa tre settimane fa ho avuto, di sera, dei fastidi, quasi dolori che mi avevano ricordato i calcoli renali avuti anni prima: un fastidio sulla parte laterale della schiena sinistra, un pò di dolore all'inguine che si irradiava al testicolo e dolore quando urinavo (nella parte finale della minzione). Ho chiamato un urologo per chiedere consiglio ma, poichè avevo un pò di alterazione (37,7) e il periodo del covid mi è stata data impossibilità di ricovero (nel precedente caso di calcoli ne ho avuto bisogno) e mi è stato detto di assumere un antibiotico generico che avevo in casa a scopo preventivo, più un antidolorifico (tachipirina 1000) in caso di dolori. Il mattino seguente ho chiamato il mio medico di base che al telefono e dalla descrizione, mi ha confermato di prendere l'antibiotico (uno più specifico per le vie urinarie) per 6 giorni e antidolorifico al bisogno. Fortunatamentei dolori che avevo erano piuttosto contenuti e non sonomai dovuto ricorrere all'antidolorifico. Passata la prima settimana i dolori non passavano: ogni tanto un dolore all'inguine sinistro, le mattine dolore forte ma passava presto, come di crampi nella parte centrale e bassa della pancia, dolore quando urinavo (sempre allafine, la mattina appena sveglio anche all'inizio) e poi se tossivo mi faceva male tutta la parte pancia/genitali (però se lo facevo da piegato o rannicchiato niente dolore). Passata l'alterazione, dopo una settimana ho deciso di farmi un'ecografia renale e vescicale ma... il medico non ha riscontrato niente ed ero pulito. In compenso, insistendo che avevo male sulla parte sinistra dell'inguine, ha guardato conl'ecografia e ha notato un diverticolo infiammato: ha visto solo lì (non il resto della pancia e mi ha detto di sentire il medico. Così ho fatto e per la seconda settimana mi ha prescritto un antibiotico specifico (Amoxicillina-acido clavulanico) che ho preso per 7 giorni (2 volte al giorno e per 2 giorni aumentato a 3 volte). Ho fatto anche un esame del sangue e delle urine dove tutto è risultato nella norma. Ho seguito anche una dieta semiliquida a base di pastina in brodo, mele cotte e passatadi verdure. Di corpo sono sempre andato regolarmente). Alla terza settimana (convinto di essere migliorato perchè il fastidio della minzione era quasi nullo) sono andato a una visita di controllo ma il medico mi ha trovato (al tatto, sentendo i miei lamenti quando toccava) nella stessa situazione. Ho fatto un esame delle feci (calprotectina) che però saprò solo a metà della prossima settimana (la quarta da quando ho avuto i disturbi). Sono molto preoccupato perchè finora, anche non avendo avuto forti dolori, la situazione non sembra cambiare e il mio timore è che si sia perso troppo tempo rischiando di peggiorare la situazione: probabilmente mi verrà detto di fare un'ecografia o una tac dopo l'esito dell'esame della calprotectina... ma questo avverrebbe alla quinta settimana da quando ho avuto i primi disturbi. Secondo voi, sto perdendo tempo prezioso (rischiando conseguenze gravi) oppure posso continuare su questa strada di indagine anche se lenta visti i sintomi contenuti? E nel caso come dovrei muovermi? Grazie.
Che si possa fare diagnosi di diverticolite mediante una ecografia ci pare piutosto dubbio. Il quadro dei suoi disturbi è piuttosto vago e ad distanza non ci permette di esprimere ragionevoli giudizi sulla sua situazione. Se il disturbo dovesse persistere, l'esecuzione di una TAC dell'addome diventerebbe improrogabile.