Esistono vari metosi per la determinazione dell’assunzione di alcolici. L’Etilometro utilizza la misura dell'alcol nell'area alveolare. E’ alla base del test del "palloncino", come è impropriamente chiamato l'etilometro, cioè lo strumento di cui sono dotate le pattuglie della polizia stradale per controllare lo stato di ebbrezza dei
guidatori. E’ possibile effettuare il dosaggio dell'etanolo (ETOH) direttamente nel sangue, nelle urine; tuttavia ciò non fornisce alcuna informazione sulla gravità dell'assunzione alcolica. E’ stato ampiamente utilizzato come indicatore d'abuso alcolico un livello sierico elevato della gamma-glutamil-transferasi (GGT), un enzima legato alla membrana dell’epatocita. Così pure il volume corpuscolare medio (MCV) è un indice della dimensione dei globuli rossi ed un suo valore aumentato è messo in relazione ad assunzione di alcolici. Valori elevati di MCV sono stati osservati nel 34-89% dei soggetti abusatori d'alcool. Altri Markers ampiamente impiegati sono le aminotransferasi, ed in particolare la aspartato amino-transferasi (ASAT). La sensibilità complessiva dell'ASAT è stimata in 35% come marker d'abuso alcolico. La sensibilità dell'ALAT può essere anche minore. Uno dei test di laboratorio recentemente sviluppati per l’abuso alcolico è la transferrina carboidrato carente (CDT). Nel corso dell'astinenza il valore della CDT si normalizza con una emivita media di 14-17 giorni. Questa correlazione rende la CDT idonea al lavoro di routine per la determinazione dell'abuso alcolico e per il monitoraggio del trattamento (sia per controllare l'astinenza che per individuare le ricadute).