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Esperto Risponde

Effettuazione della coronarografia

Gentile Dottore nella sua risposta alla mia domanda del 19.10.2006 (codice HH/2L56735) si evidenzia che il protocollo concede 12 ore, prima di effettuare una coronografia ad un infartuato.Cio significa che fino a 12 ore il paziente non potrebbe subire dei danni permanenti al cuore. Pero' nella sua risposta del 05.10.2006, (HH/3155902) si evidenzia il fatto che la coronarografia (in un paziente colpito da infarto) va effettuata nel piu' breve tempo possibile per evitare ulteriori danni al cuore. Per farle capire il nocciolo della mia domanda, devo raccontarle i fatti: Sono stato ricoverato in pronto soccorso per IMA anteriore esteso alle ore 20.00, i medici con la massima professionalita' hanno affrontato il problema, pero' al momento di trasferirmi al reparto per effettuare la coronarografia si sono dovuti bloccare perche a loro dire il macchinario della coronarografia era fuori uso. Contattato un altro ospedale, ha dato subito la disponibilita' per il trasferimento e ricovero d'urgenza. Per cause che ancora ignoro il mio trasferimento nella nuova struttura ospedaliera é stato effettuato alle ore 01.00. Sicuramente queste 5 ore di ritardo nell'effettuare l'intervento al cuore, secondo me, bene non mi hanno fatto. Desideravo un suo parere. Grazie.
Risposta del medico
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L’efficacia dell’intervento è tanto maggiore quanto più precoce nei casi di occlusione totale persistente dell’arteria responsabile che si manifesta con un sopraslivellamento all’ECG standard. In questo caso 5 ore di ritardo possono sicuramente essere sfavoreveli rispetto ad una sola ora. Diverso il caso di un infarto senza sopraslivellamento ST, nel quale abbiamo più tempo per intervenire. Quindi, nella valutazione complessiva bisogna mettere in conto da quanto tempo durava il sintomo, come era l’ECG, quale è stata la risposta alle prime terapie, se è stato praticato un farmaco fibrinolitico (o se vi erano controindicazioni al suo uso). Un dato indiretto sulle conseguenze può essere rappresentato dalla funzione sistolica residua (frazione d’eiezione all’ecocardiogramma) e la presenza e il numero delle onde Q all’ECG standard (tutto ciò ha maggior valore se Lei non aveva già sofferto di un precedente infarto).
Risposto il: 14 Novembre 2006