Mi sembra che lei abbia già fatto tutti i controlli del caso. Ripeterei un ecocardio tra 2 anni per verificare che il grado (minimo) di rigurgito mitralico non subisca modificazioni (come non le ha subite peraltro dal 2003 a oggi). Le occasionali extrasistoli sopraventricolari che lei accusa non costituiscono un problema di rilevanza clinica, e vista l’insorgenza prevalentemente post-prandiale e la buona risposta soggettiva al procinetico a mio avviso sono più legate alla beanza gastroesofagea che non al prolasso; tuttavia, ma vedo che lei lo sa già, anche il prolasso della mitrale si può associare alla presenza di irregolarità del battito cardiaco. Dalla sua storia, non emergono significativi fattori di rischio cardiovascolare (lei però non mi ha scritto se fuma o no), per cui il rischio di infarto è complessivamente molto basso: la familiarità (unico fattore che lei riporta) non è neppure chiara, perchè se lei riferisce che suo padre è morto per complicanze cardiache da reumatismo articolare è molto difficile che si tratti di infarto (anche se molto spesso la parola è usata in maniera impropria, l’infarto è la condizione di necrosi cardiaca determinata da ischemia indotta dalla presenza di una malattia coronarica; mentre invece la malattia reumatica colpisce prevalentemente le valvole cardiache-quindi non c’entra con l’infarto in senso stretto, e la familiarità non esiste per la cardiopatia reumatica). Sono d’accordo con il suo cardiologo sull’atenololo (o altro betabloccante) a basse dosi, per i motivi che anche lei stesso ha indicato. Cordiali saluti.