Gli interventi sono tutti, più o meno pericolosi, così come, più o meno pericolose, possono essere le conseguenze di qualsiasi malattia.
La scelta di un trattamento chirurgico deve scaturire dall'analisi "tecnica" di un esperto che affronti, poi, insieme al paziente, la valutazione del rapporto rischi/benefici che, chiaramente, deve pendere, per quanto possibile, verso i benefici. Però un parametro essenziale è puramente soggettivo, legato alla "percezione individuale di malattia", diversa da soggetto a soggetto.
Ogni persona, cioè, può vivere la propria patologia in modo quantomai variabile: esempio, c'è chi non avverte particolari disagi a dover ridurre un prolasso rettale che si verifica ogni qualvolta vada di corpo e chi, per una macchiolina di sangue sulla carta igienica, chiede un intervento di urgenza. Si chiama impatto sulla QoL (Quality of Life) l'espressione soggettiva della malattia sulla qualità di vita di ognuno di noi.
Lei ha avuto un responso tecnico dallo Specialista e, adesso, sta pensando se sia meglio sottoporsi a intervento oppure no...ecco, valuti bene...se i sintomi sono importanti e le impediscono di vivere pienamente la sua vita sociale, si operi...se invece i problemi sono sopportabili, in assenza di complicanze acute o prevedibili a breve termine, ha la possibilità di aspettare.
Comunque, chi potrebbe consigliarla meglio dello Specialista che ha in mano la sua situazione clinica?
Parli con lui...e con se stesso.
Saluti