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Esperto Risponde

Esami di prevenzione

BUONGIORNO DOTTORE, PUO' ELENCARMI CORTESEMENTE IN MANIERA DETTAGLIATA I CONTROLLI MEDICI DA FARE PER UNA CORRETTA DIAGNOSI PRECOCE? NON PARLO DI UNA PATOLOGIA SPECIFICA. E' CHE VORREI EFFETTUARE PERIODICAMENTE DEI CONTROLLI Es. prelievo annuo di sangue con ricerca delle transaminasi GOT e GPT... ecc.. LA RINGRAZIO ANTICIPATAMENTE PER L'ATTENZIONE E LE AUGURO UNA BUONA SERATA.
Risposta del medico
Dr. Piero Gaglia
Dr. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia generale e Oncologia

Gent. Signore,


Le rispondo con ritardo perche’ ho aderito a questo forum sono molto di recente. La risposta ha pero’ un interesse generale per Lei e altri lettori.


Do per scontato che Lei intenda avere informazioni sugli esami di prevenzione per i tumori (comunque solo di questi ho la specifica competenza per dare una risposta corretta).

Bisogna distinguere fra gli esami di “prevenzione di massa” decisi dal Servizio Sanitario Nazionale (che rispondono anche a criteri di politica sanitaria, cioe’ di destinazione di risorse economiche) e gli esami preventivi che un singolo cittadino puo’ decidere di eseguire per conto proprio. Discutero’ con Lei solo di quest’ultima situazione.

Concetti generali:
• un qualsiasi esame va fatto se vi sono sintomi o segni che facciano sospettare una
malattia diagnosticabile con quell'esame.
• un qualsiasi esame va fatto se in base a quell’esame si ha una modificazione del comportamento diagnostico o terapeutico.

Gli esami “di prevenzione” fanno eccezione, perche’ vengono, per definizione, eseguiti in pazienti asintomatici. Altrimenti sarebbero esami “diagnostici”. Devono percio’ rispondere ad alcune condizioni:
• Devono essere eseguiti per malattie relativamente frequenti o in gruppi di pazienti ad alto rischio per quella determinata malattia.
• Devono avere una sufficiente accuratezza. Cioe’:
  a) avere pochi falsi positivi (esame positivo senza che vi sia malattia) che creano inutile allarmismo e costringono a eseguire ulteriori esami non utili;
  b) avere pochi falsi negativi (esame negativo con malattia in atto) che creano una falsa rassicurazione e ritardano la diagnosi.
• Vi deve essere una cura efficace in caso di diagnosi precoce.
• Deve essere un esame con pochi rischi insiti nell’esame stesso.ù


Dopo questa lunga, ma credo indispensabile, premessa. Veniamo a parlare della Sua specifica situazione: “maschio”, “giovane”, “senza (suppongo) fattori di rischio”.
Mi dispiace deluderLa, poco si puo’ fare come prevenzione dei tumori con esami. Sicuramente e’ utile la prevenzione dei tumori colon-retto, forse la prevenzione dei tumori prostatici.


CARCINOMI DEL COLON-RETTO (per i pazienti senza fattori di aumentato rischio = pazienti senza familiarita’ per carcinomi colorettali):
Vi sono 4 forma di prevenzione : 1) Ricerca del sangue occulto nelle feci, 2) Endoscopia della parte terminale del colon-retto (Rettosigmoidoscopia), 3) Endoscopia di tutto il colon-retto (Colonscopia totale), 4) Colonscopia Virtuale.
Non vi e’ un consenso internazionale su cosa sia piu’ efficace, ma “qualunque forma di prevenzione e’ sicuramente meglio di nessuna prevenzione”.


Personalmente, ai miei pazienti che NON sono ad alto rischio consiglio :
• Ricerca Hb Feci con metodo immunologico 1 volta all’anno dai 45 ai 85 anni
• Coloscopia totale a 50 anni con ripetizione, se del tutto negativa, a 60 anni.


CARCINOMA DELLA PROSTATA:
Dosaggio del PSA (Antigene Prostato-Specifico)
Ha, paradossalmente, troppa accuratezza, per cui vengono diagnosticati (e curati con terapie non prive di effetti collaterali molto importanti) carcinomi che, data la lentezza della crescita del tumore prostatico, non avrebbero mai avuto manifestazioni cliniche, ne’ tantomeno avrebbero causato la morte del paziente.


Gli studi fatti avrebbero dimostrato che: se si prende un gruppo (gruppo A) di soggetti, lo si sottopone a regolare dosaggio del PSA e lo si confronta con un uguale gruppo B di soggetti a cui NON si dosa regolarmente il PSA ma si fanno solo esami e terapie alla comparsa di sintomi, si e’ visto che nel gruppo A si hanno piu’ diagnosi precoci di cancro della prostata e piu’ interventi, ma la sopravvivenza globale dei soggetti del gruppo A rimane pressoche’ uguale a quelli del gruppo B. E’ probabile che vi siano sottogruppi (gli under 50 ?) in cui il dosaggio del PSA e’ utile rispetto ad altri sottogruppi in cui non e’ utile. Non vi sono pero’, al momento sicure evidenze scientifiche.

Ultimo consiglio : faccia una vita sana = non fumo, non droga, dieta ricca di verdure e frutta fresca, esercizio fisico non intenso ma regolare e, se possibile, lottare per avere citta' e ambienti di lavoro meno inquinati


Cordialita’

Dott. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia e in Oncologia
Per eventuali contatti diretti, e-mail : piero.gaglia@libero.it
 

Risposto il: 21 Ottobre 2012