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Esami diagnostici per stenosi dell'arteria

Buonasera. Diagnosi: stenosi emodinamica arteria carotide interna sinistra. Donna, età 84 anni, ipertesa, in sovrappeso circa 13kg. Ecocolordoppler: ispessimenti calcifici lungo il decorso della CC, alla biforcazione voluminosa placca fibrocalcifica a margini regolari che si estende lungo il decorso della CI con stenosi emodinamica. Nella norma le arterie vertebrali sia all'origine che lungo il decorso interapofisario. Dopo l'ecocolordoppler quali ulteriori esami deve eseguire per programmare l'intervento più idoneo? Grazie

Risposta del medico
Dr. Maurizio Palombi
Dr. Maurizio Palombi
Specialista in Chirurgia generale e Chirurgia vascolare

Una stenosi emodinamica della carotide interna ( >75%) viene in genere considerata a rischio ischemia cerebrale transitoria (TIA) o permanente (ICTUS). Quando la stenosi è sintomatica, non ci sono dubbi: bisogna intervenire o con procedura endovascolare (PTA+ STENT) o chirurgica tradizionale (TEA), indipendentemente dall'età e naturalmente se le condizioni cliniche generali lo permettono. Se la stenosi è asintomatica, bisognerebbe comunque intervenire, ma sicuramente l'età e le condizioni cliniche generali, soprattutto le eventuali patologie associate diventano molto importanti nel prendere una decisione.

Quindi venendo al caso proposto, donna ipertesa di 84 anni in sovrappeso, ci troviamo di fronte ad una situazione da valutare bene: il trattamento chirurgico anche mini invasivo deve infatti tener conto delle difficoltà tecniche aumentate (sovrappeso/ obesità) e della spettanza di vita. L'ipertensione rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo molto importante però per il peggioramento della stenosi e quindi per il rischio ischemia cerebrale. Poiché l'ecodoppler parla di una stenosi calcifica che si estende lungo la carotide interna, se si entra nell'ordine di idee di intervenire, chirurgicamente, diventa necessario sottoporre la paziente ad un angioTC o angioRMN dei vasi del collo e cerebrale con ricostruzione angiografica in 3D per valutare se la stenosi è molto estesa oltre la biforcazione (in questo caso sarebbe meglio una PTA +STENT) o se invece non lo è (in questo caso potrebbe essere meglio la TEA a cielo aperto, come si suol dire, perché la placca calcifica è più difficile da trattare con angioplastica e più facile da asportare chirurgicamente, a patto che non sia troppo estesa in lunghezza, perché questo potrebbe rendere impossibile o molto più difficile l'intervento).

Infine questo esame ci permette di studiare bene il cervello, per capire se ha già subito danni ischemici e se questi sono di antica data o recenti. In questo ultimo caso, anche in assenza di sintomatologia, la stenosi va considerata sintomatica e, se non ci sono danni di barriera ematoencefalica, è opportuno intervenire.

Risposto il: 05 Luglio 2017