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Esperto Risponde

Esiste una cura e a cosa andrà incontro mio padre?

Mio padre di 76 anni, a seguito di una persistente tosse secca, ha fatto un RX al torace, che ha evidenziato “Interstiziopatia diffusa e fine opacità disventilatoria basale sin. Accentuazione del 3° arco cardiaco sin”.
Il pneumologo ha riscontrato “Crepitii tipo velcro in basale e ascella bilaterale”.
L’emogas riporta “equilibrio acido-base ai limiti. Gas ematici ai limiti”, la spirometria non è riuscita per l’insorgenza della tosse.
La successiva Tac ha evidenziato “Diffuso e bilaterale ispessimento dei setti intralobulari con fine reticolazione interstiziale delle regioni subpleuriche ed aspetto a nido d’ape dei segmenti basali dei lobi inferiori. Presenza di alcuni linfonodi subcentimetrici della loggia di Barety. Quadro compatibile con fibrosi polmonare idiopatica.”
Il pneumologo nella successiva visita, ha riscontrato parametri ventilatori ai limiti prescrivendo ulteriori esami (anca, panca, ves).
Si evince un quadro grave? Esiste una cura e a cosa andrà incontro mio padre?
Risposta del medico
Le malattie diffuse del polmone sono un gruppo di malattie polmonari caratterizzate dall'essere diffuse, appunto, e interessanti un'area anatomica particolarmente importante in quanto sede della microcircolazione e dello scambio del gas. Normalmente i fenomeni clinici sono progressivamente aggravantesi e, pertanto, la terapia punta al maggior rallentamento possibile dei sintomi. Ovviamente ogni paziente è un caso a se. Pazienti che sono stati fumatori sono, in genere, ad esempio, meno facilmente controllabili rispetto ai non fumatori. Ciò comporta che un programma terapeutico standard, per ovvi motivi, non è previsto. Studi citologici, prevalentemente sul lavaggio bronchiolo-alveolare in corso di broncoscopia, sono in grado di definire meglio la malattia e, nei controlli, il suo andamento. Un buon segno, per suo padre, è l'assenza di alterazioni dell'esame emogasanalitico. Un importante presidio terapeutico, da anni disponibile, nei casi di insufficienza respiratoria è l'ossigeno a lungo termine. Contenitori di ossigeno allo stato liquido a bassa temperatura e, conseguentemente, ad alta pressione, consentono in poco spazio di disporre di oltre 25.000 litri del gas terapeutico. Questo consente, anche con l'aiuto di piccoli contenitori trasportabili e ricaricabili sul serbatoio principale, terapie continue per circa dieci giorni favorendo un miglioramento della qualità della vita di questi pazienti.
Risposto il: 24 Marzo 2009