Intanto bisogna appurare se queste persone a cui Lei fa riferimento sono veramente morte per “infarto” (cioè, necrosi acuta del muscolo cardiaco secondaria a una malattia aterosclerotica delle coronarie), perché purtroppo spesso i giornalisti che descrivono gli eventi parlano di infarto anche quando si tratta di morti improvvise cardiache non infartuali (magari legate a patologie cardiache ereditarie misconosciute – cioè, di cui il soggetto affetto non era a conoscenza). Invece, i fattori di rischio coronarico sono ben noti e possono senz’altro essere corretti da uno stile di vita sano “salvacuore”: non fumare, non essere sovrappeso, svolgere attività fisica regolare ed evitare la sedentarietà, curare la pressione se è alta, avere glicemia, colesterolo e trigliceridi nella norma, consumare molta frutta e verdura e ridurre il consumo di grassi saturi (di questi fattori di rischio si è parlato più volte in questa rubrica, può leggere anche le altre risposte e le schede che abbiamo pubblicato). Così facendo è possibile ridurre il proprio rischio cardiovascolare globale.