Gent.imo Dott. a Dicembre 2001 ho scoperto di essere affetto di
Epatite C cronica attiva. genotipo 1-b; quantità
RNA 498.000.
Gli esami del sangue effettuati da maggio 1996 ad oggi (effettuati presso l'ASL n.11 Struttura Ambul. n.1) evidenziano un modesto ma persistente aumento delle transaminasi relativamente alle G.P.T (valori che variano tra 63-90 il massimo è 50). le G.O.T. sono sempre nei valori normali, cosi come le gamma gt.
Ecografie nella norma, deduzioni diagnostiche Ago-biopsia recente (marzo 2002): epatite cronica minima.
Le pongo una serie di domande nella speranza di non importunarLa oltre il lecito.
Secondo Lei sono un paziente da trattamento con interferone?
Esiste ed in che percentuale, considerato il mio caso, il rischio che un eventuale trattamento con interferone faccia peggiorare la mia situazione anzichè migliorarla?
Se dovesse peggiorare andrei incontro ad una situazione negativamente irreversibile o esistono metodi per ovviare al problema?
Gli effetti collaterali soso sopportabili?
Ho sentito parlare del pegilato di ultima generazione e dei miglioramenti che sono stati ottenuti, la "personalizzazione" della
Terapia è alla portata di tutti i medici che si occupano di malattie infettive negli Ospedali oppure è appannaggio di alcuni più bravi e più aggiornati.
Cosa mi consiglia. abito a Reggio di Calabria e pertanto sarò costretto a rivolgermi presso il locale Ospedale, pima di iniziare una eventuale terapia è il caso di fare una visita presso un centro più specializzato in Italia, mi saprebbe indirizzare dove e da chi?
Volendo, potrei allegarLe file di piccole dimensioni relative agli esami che ho copiato dalle anailisi a cui mi sono sottoposto.
La ringrazio anticipatamente ed infinitamente se dovesse decidere di rispondermi.
Distinti saluti.