Gent.le dottore,sono un uomo di 43
Gent.le Dottore,sono un uomo di 43 anni,sfinito,letteralmente annientato da cio' che ormai non ho piu' la forza contro cui lottare. Cio' che ho scritto in oggetto sono sintomi contro i quali lotto ormai da decenni inutilmente.Chissa' quante volte se lo sara' sentito dire da altri pazienti "non ce la faccio piu' ",io piu' per paura di perdere quel poco di autocontrollo che mi rimane che per la speranza di "uscirne" le confesso che sono una persona che dell'autocontrollo e dell'autostima dovrebbe essere,nel mio piccolo,un portabandiera, per infonderlo agli altri.Il mio lavoro di appartenente alle Forze dell'Ordine (qui' a Roma),ora inizia a farmi paura, non so' piu' a chi o cosa aggraparmi per non cadere definitivamente nel baratro.Decenni di cure "fai da te", di cure proposte dal medico di famiglia, e comunque da chi professionalmente non e' specificatamente competente in materia,(omeopata etc.) unitamente all'assoluto silenzio sulle mie condizioni verso i miei colleghi,famiglia, o peggio ancora verso la mia amministrazione (sono certo che ormai sarei licenziato "in tronco"),mi hanno ridotto ormai al limite,oltre il quale, non so' e non mi chiedo cosa c'e', ne ho terrore.Oggi, dopo l'ennesima, terribile, distruttiva crisi, ormai diventate "troppo frequenti", con panico e ansia alle stelle,il cuore che quasi mi usciva dal petto per come mi batteva in modo aritmico e accelerato, e dopo aver ingurgitato capsule di venlafaxina, compresse di alprazolam,lorazepam,(ultima terapia prescrittami) ormai senza controllo ne' regolarita', dopo alcune ore di cio' che assomiglia molto a una agonia, ho ritrovato un minimo di equilibrio mentale che non so' quanto durera' e che mi permette di scriverLe quanto sopra.E' certamente unn piccolo sfogo, una richiesta d'aiuto, o forse un modo per dire a me stesso che forse ancora una possibilita' esiste.Internet e' un mezzo fantatico per scrivere cio' che forse non si avrebbe mai il coraggio di dire personalmente,navigare mi ha permesso casualmente di "imbattermi" nella suo sito, cosi', ormai dissanguato economicamente,(ufficialmente non sono residente a Roma e quindi medicine o esami a totale carico mio), con il fegato che chissa' per quale grazia Divina riesce ancora a metabolizzare la grande quantita' di "porcherie" che ingurgito (mi scuso per il termine), penso, immagino, o forse solo spero che la parola "psichiatra" o "psicologo" che dentro di me ho sempre rifiutato, siano le parole magiche per un ennesimo tentativo, forse l'ultimo, (che opzione mi rimane?) di combattere contro questo male sconosciuto causa di indicibili sofferenze.Le chiedo pertanto,se possibile, confidando nel modo piu' assoluto nel segreto professionale, un consulto.Mi creda,sempre piu' frequentemente mi capita di avere pensieri "cattivi" che tranquillamente potrei mettere in atto se almeno la fede in Dio non mi aiutasse a non crollare.Grazie per avermi dedicato qualche minuto del suo prezioso tempo, non avrei mai creduto in vita mia di arrivare a scrivere tutto cio'. Ad un profano suonerebbe come una tragicommedia, purtroppo sono una dolorosa e ormai quasi piu' insostenibile verita'.Distinti SalutiRoberto Santacroce