Logo Paginemediche
  • Programmi
  • Visite
  • Salute A-Z
  • Chi siamo
  • MediciMedici
  • AziendeAziende
decorazione 1
decorazione 2
decorazione 3
decorazione 4
decorazione 5
decorazione 6
circle
circle
Esperto Risponde

Gentile dottore ho 56 anni , da febbraio 2008 ad

Gentile Dottore Ho 56 anni , da febbraio 2008 ad oggi ho avuto, dopo sforzi fisici, 3 episodi di fibrillazione atriale parossistica, risolte nel giro di 6-9 ore. Mi sto curando con Rytmonorm 325mg 2 volte/giorno e cardioaspirina 1/giorno. In internet sui siti specializzati in “fibrillazione atriale” e “aritmologia”però ho trovato questi articoli: I farmaci antiaritmici deputati a tale scopo sono frequentemente inefficaci e sono spesso causa di effetti collaterali anche più gravi della stessa fibrillazione. Mentre il trattamento in acuto della fibrillazione atriale parossistica garantisce alte percentuali di ripristino del ritmo sinusale, la prevenzione delle recidive con farmaci antiaritmici presenta risultati deludenti. Alcuni Cardiologi ritengono che sia utile la terapia continua, altri invece ritengono che non sia corretto somministrare in modo continuativo questi farmaci che sono gravati da pesanti effetti indesiderati, anche mortali. Propongono l’impiego dei farmaci antiaritmici solo nel momento di insorgenza della recidiva. I dubbi sulla necessità di un trattamento antiaritmico continuo dei pazienti con fibrillazione atriale parossistica aumentano quando gli episodi aritmici sono poco frequenti. E’ dimostrato che il carico orale dei farmaci antiaritmici di classe IC, Propafenone (Rytmonorm) al momento della comparsa di un episodio di fibrillazione atriale è in grado di cardiovertire l’aritmia in tempi brevi senza che il paziente si rechi in ospedale, evitando l’inutile assunzione prolungata di questi farmaci. Dopo lo studio AFFIRM l’impiego dei farmaci antiaritmici ha subito un deciso ridimensionamento a causa della scarsa efficacia di questi farmaci nella profilassi e per gli effetti collaterali, talora gravi, causando anche un aggravamento dell’aritmia di base. Il controllo del ritmo sinusale non produce un miglioramento dei sintomi, anzi nel lungo periodo la mortalità può anche aumentare ed è risultato associato ad una maggiore incidenza di ricoveri ospedalieri e di effetti indesiderati. Questi farmaci, infatti possono causare gravi effetti collaterali in alcuni casi minaccianti la vita e sono scarsamente efficaci nel mantenimento del ritmo sinusale. I risultati dello studio AFFIRM hanno dimostrato che l’obiettivo del ritmo sinusale a tutti i costi non ha più ragione d’essere e pertanto dovrebbe essere rivisto. Cardiologi e collaboratori propongono la somministrazione di un dosaggio di carico di Propafenone al momento dell’episodio aritmico, evitando l’inutile somministrazione tra un episodio e l’altro. Da questo studio emerge che l’uso dei farmaci che controllano la frequenza ventricolare (es. beta-bloccanti, o calcioantagonisti, sono da preferire ai farmaci antiaritmici, perché più sicuri (minore incidenza di effetti indesiderati). Domanda: Posso seguire questa teoria? Cordiali saluti
Risposta del medico
Paginemediche
Paginemediche
se si riferisce all’uso “estemporaneo” di propafenone, evitando la somministrazione prolungata, penso che nel suo caso (caratterizzato da episodi abbastanza sporadici, ben tollerati e in assenza di cardiopatie “di base”) credo che sia consigliabile. Attenzione a non confondere questa strategia (”pill-in-the-pocket”) con quella dell’uso dei betabloccanti o calcioantagonisti per ridurre la frequenza ventricolare media, che vale nella fibrillazione striale cronica. Non è il suo caso, lei ha prevalentemente un ritmo normale (“sinusale”) intervallato da alcuni episodi aritmici transitori.
Risposto il: 02 Luglio 2008