Il ritorno venoso dagli arti inferiori è assicurato durante la deambulazione dalla contrazione dei muscoli i quali così operano una sorta di “spremitura” che spinge il sangue verso la cava inferiore e il cuore. Le valvole presenti nelle vene fanno si che il sangue non ritorni indietro per ragioni di gravità. La presenza di varici venose agli arti (favorite nelle donne dalle gravidanze e in genere da lavori che richiedono una prolungata stazione eretta) può aggravare il ristagno di sangue. La riduzione del ritorno venoso nell’anziano è principalmente legata ad una diminuzione del tono muscolare, minore attività fisica e perdita di elasticità delle pareti venose con associata insufficienza delle valvole delle stesse vene. Gli effetti negativi di un ridotto ritorno venoso sono rappresentati da: a) comparsa di edemi agli arti inferiori, b) flebopatie e flebotrombosi (talvolta complicate da ulcere cutanee), c) riduzione della pressione arteriosa in posizione eretta che può in alcuni soggetti (p.es. in terapia con farmaci antiipertensivi) generare sintomi come capogiri, senso di mancamento o vera e propria perdita di coscienza. Naturalmente la comparsa di uno o più di questi fenomeni è legata alla severità della patologia venosa oltre che ad altri fattori coesistenti.