Gentile Signora, Le posso assicurare che nessuno dei sintomi che mi ha narrato è riconducibile alla presenza di una malattia del sistema nervoso. Purtroppo nella vita di "civili urbani e moderni occidentali"siamo sottoposti a pressioni ambientali che farebbero stramazzare al suolo qualunque essere vivente non "abituato". Tralasci pure qualsiasi esame, compreso l'elettroencefalogramma: non c'è bisogno di guardare attraverso il buco della serratura ciò che è palesemente davanti ai nostri occhi. Come Lei vedo decine di pazienti al giorno, soprattutto donne della Sua età. Non è una formula riduttiva dire che si è "malati di stress"; non è un modo di liquidare il paziente attribuendogli sottilmente la patente del "rompiballe ipocondriaco". Lo stress c'è davvero, il malessere pure, solo che la medicina classica, accademica, cerca le malattie sotto forma di evidenza materiale: sei malato solo se ti si vede la macchiolina alla RM o se nel tracciato ECG si vedono i segni dell'ischemia.il problema è che una vera terapia dovrebbe passare attraverso lo sconvolgimento della nostra vita di relazione, una vera e propria rivoluzione: mandare a quel paese il lavoro, i figli, la casa, gli uomini e le loro madri, zii e parenti, amici e nemici. Guarire dovrebbe passare attraverso la drastica sovversione dell'ordine costituito, di tutto il nostro ambiente sociale. Chi soffre di stress pone al resto della società un'accusa deflagrante: la sua sofferenza è il frutto di tutte le contraddizioni che ci siamo imposti come specie umana. Capisce bene allora perché la sofferenza del paziente stressato viene ridimensionata, talvolta quasi derisa, comunque tendenzialmente osteggiata e rimossa, soprattutto dal personale sanitario. Chi avrebbe il coraggio oggi di prendere le parti del fannullone, del vagabondo, di colui che non prende niente sul serio e vive alla giornata? Chi non è ancora malato di stress si vanta di flagellarsi davanti alla retorica del lavoro, della puntualità, della famiglia operosa e onnipresente. Prima che come medico ho imparato a riflettere da biologo e fisiologo: le assicuro che non esiste una specie vivente più stupidamente autodistruttiva della nostra.
Sul piano pratico, che dirLe? Lo so che non farebbe mai male a nessuno, che non abbandonerebbe mai il suo lavoro nè tanto meno i suoi figli. Cerchi almeno, se è possibile, di trovarsi degli spazi Suoi, intimi, privati e pieni di godimenti. Rifugga dai sensi di colpa, pensi sempre che fare del bene a se stessi è l'unico presupposto per riuscire a far bene anche agli altri.
Cordiali saluti.