Gentili Signori, Vi disturbo ancora una volta. Dopo che mia madre è stata sottoposta ad ogni sorta aver di analisi di rito (biopsie del contenuto della formazione e del bordo della stessa, risonanza magnetica e
TAC con contrasto), dopo aver sciolto ogni dubbio diagnostico (dapprima si credeva un ascesso epatico) ed aver fatto svariati consulti medici, si è arrivato alla dignosi di colangiocarcinoma. Il medico che sta seguendo il caso, ci ha detto che, comunque sia, la formazione è ben chiusa, non ha attaccato nessun vaso e che mia madre continua a non avere sintomi e che le analisi del sangue sono tutte nella norma, quindi un intervento chirurgico di resezione epatica, sarà risolutivo. Ha anche affermato che non sarà sottoposta né a chemioterapia né a radioterapia, in quanto il
Colangiocarcinoma non è un tumore aggressivo. L'ultima TAC con contrasto effettuata ieri (15/1/03) non ha evidenziato linfonodi coinvolti nelle vicinanze ma ha confermato la diagnosi. Sarà operata presso il Policlinico Umberto I di Roma nella prossima settimana da un équipe che tratta principalmente la
Chirurgia epatica (trapianti e quant'altro). La mia domanda riguarda appunto questo. E' vero che la chirurgia in questi casi è risolutiva? Che recidività può avere il colangiocarcinoma? So che il fegato si rigenera spontaneamente, in che misura e in che tempi? Che problemi possono sorgere dopo una asportazione parziale del fegato? Grazie come sempre.