Credo che sia importante distinguere due livelli del problema: uno
strettamente clinico (e da questo punto di vista il parere del suo Cardiologo è condivisibile, perché le probabilità che sia presente una “Cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro” sono effettivamente molto basse) ed
uno legato al giudizio di idoneità all’attività agonistica (che ha implicazioni medico-legali per il Medico dello sport che lo deve emettere, ed è per legge l’unico che può farlo ed assumersi la conseguente responsabilità, nonché implicazioni di rischio aggiuntivo legato ad una attività fisica impegnativa). Da questo secondo punto di vista è abituale voler eliminare anche la “bassa probabilità” che in un contesto puramente clinico talvolta si può accettare. In sintesi, mi sembra ragionevole eseguire la risonanza magnetica (che costituisce l’esame più affidabile per questo tipo di diagnosi, e che peraltro non è invasivo) che probabilmente eliminerà ogni dubbio e consentirà di svolgere in piena tranquillità l’attività sportiva