I dati che lei riporta si riferiscono esclusivamente al referto istologico e quindi è impossibile esprimersi in merito al quadro clinico. I tumori delle vie biliari che nascono nel fegato sono difficilmente visibili con gli esami radiologici. Tendono infatti a diffondersi verso il parenchima epatico e verso le strutture vascolari vicine, spesso senza formare dei veri e propri noduli. A seconda della sede dell’ostruzione, si possono classificare (secondo la classificazione di Bismuth e Corlette) in vari tipi da 1 a 4. Dal punto di vista Macroscopico, a seconda di come si sviluppa questo tumore, si identificano 3 varianti: tipo papillifero, tipo nodulare, tipo con infiltrazione periduttale. Dal punto di vista microscopico, la maggior parte di questi tumori è un adenocarcinoma, con possibilità di variare da forme “ben differenziate” ad “indifferenziate”. Ma esistono anche altre varianti (mucinosa, carcinoma adenosquamoso, sarcoma. L'unica terapia che può condurre a risultati favorevoli (prolungamento della sopravvivenza), è quella chirurgica mediante una resezione epatica. Tuttavia tali interventi possono essere condotti, con l'intento di rimuovere completamente il tumore, in circa ¾ dei casi, con una mortalità operatoria di circa il 10%. E’ stato anche proposto il trapianto di fegato, ma con risultati scadenti.