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Esperto Risponde

Ho 60 anni sono stato sottoposto ad efficace

Ho 60 anni sono stato sottoposto ad efficace ablazione dell'istmo vena cava inferiore anello triscupidalico in Pz con fibrillo-flutter atriale- Prolasso valvolare mitralico con IM lieve. Premetto che avevo trascurato questi sintomi per svariati anni. Ora dopo l'ablazione effettuata il 6/9/2007, mi ero rimesso completamente, purtroppo dalla seconda metà di febbraio sono ricomparse le fibrillazioni,con sintomi molto più accentuati,tanto che il 26/2/2008, sono dovuto riccorrere al pronto soccorso, con diagnosi di Flutter atriale 2:1 a 135 battiti minuto ed oltre ( anche oltre 150), con turbe diffuse della fase di recupero, emiblocco anteriore sinistro, non segni di disagi di ciclo. Dopo l'ablazione e dopo un periodo di controllo al raggiungimento del ritmo regolare mi è stata cambiata la terapia dal cumadin e almaritm in aspirinetta e almaritm 100. L'insorgenza delle nuove aritmie sono comparse dopo un periodo di lavoro fisico pesante ed intenso, le quali le ho trascurate per 4 /5 giorni pensando che potessero rientrare spontaneamente come avveniva quasi sempre prima dell'ablazione. Ciò non è stato, anzi le frequnze si sono stabilizzate sui 100/115 bm con grande difficoltà anche a camminare per salite ripide o scale, avendo come sintomo, mancanza di forza per continuare e battiti velocissimi in gola, anche alla notte sento continuamente l'rregolartità dei battiti tanto che neanche riesco a riposare. Quando mi capita di stare fermo a riposo e di non sentire il ritmo, un movimento e all'istante sento questo continuo scombussolamento. Dopo tutto ciò il mio cardiologo mi ha rifatto decoaugulare il sangue, e facendomi assumere ritmonorm 325 e cumadin, cosa già effettuata, dicendomi inoltre che dopo 30 gg. dal decougolamento, efficace effettuare eventuale cardioversione. Io attualmente continuo a convivere con queste frequenze altissime (prima dell'insorgere delle aritmie e fibrillazioni i miei battiti minuto erano dai 55/60) , ho anche telefonato al centro che mi ha effettuato l'ablazione il quale cardiologo mi ha consigliato di effettuare una seconda ablazione. Io sono molto indeciso a come comportarmi, se aspettare che il ritmo possa tornare normale spontaneamente come avveniva prima dell'ablazione , o ciò mi può daneggiare ulteriormente?. Faccio presente inoltre di avere tutti i valori degli esami nella norma, compresa la tiroide, di non essere diabetico, di avere pressione arteriosa tendenzialmente bassa. Patologie ernia jatale,ernia inguinale bilaterale,pregressa litotrissia per litiasi renale (due volte) . In attesa di una Vs gradita risposta porgo distinti saluti.
Risposta del medico
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La ablazione in questo tipo di aritmie da’ risultati positivi in una buona percentuale dei casi, ma il numero di pazienti che hanno recidive rimane ancora piuttosto elevato. Nella sua domanda cita una diagnosi di “FLUTTER” e poi parla di “FIBRILLAZIONI” per cui è difficile essere molto precisi nelle valutazioni e nei consigli. Dalla Sua descrizione dell’intervento di ablazione (solamente nelle parti destre del cuore senza accesso transattale alle sezioni sinistre e senza ablazione nelle vene polmonari) evinco che probabilmente si trattava di un Flutter.

In ogni caso Le consiglio di chiarire (con il centro che ha eseguito la prima procedura) la indicazione a ripetere l’ablazione. Dalle informazioni contenute nella Sua domanda mi sembra che debba essere presa in considerazione questa ipotesi. E’ però necessario che Le vengano date in sede di consenso, le informazioni approfondite ed oneste sulle probabilità di riuscita immediata ed a lungo termine della procedura.

Tenga presente che in questo campo non esistono interventi a rischio nullo che abbiano il 100% di successo duraturo.
In caso di una percentuale di successo duraturo ad esempio del 70%, ci sono 7 pazienti felici e “guariti” mentre 3 pazienti su 10 che dopo la procedura hanno gli stessi disturbi di prima o anche peggio. Questo aspetto deve essere chiarito con onestà da parte dei medici prima di intervenire e deve essere accettato con fiducia e serenità da parte del singolo paziente che da liberamente il suo consenso informato.
Risposto il: 23 Marzo 2008