In sintesi, è stata eseguita una scintigrafia miocardia (è uno studio di “per fusione coronarica”, cioè con un tracciante radioattivo che si distribuisce alle cellule miocardiche se la circolazione è normale; se invece l’arteria è chiusa o ristretta il tracciante non arriva alle cellule, e quindi non viene captato; dalle differenze di captazione a riposo e sotto sforzo si deduce se ci sono territori che hanno avuto in passato una “necrosi”, cioè un infarto, e se ci sono ancora territori che soffrono di “ischemia” cioè sotto stress arriva poco sangue, e quindi sono a rischio di avere in futuro un infarto). Dal referto della scintigrafia si evince che in passato c’è stato un infarto in un territorio dipendente dalla arteria coronaria destra, e che questo infarto non ha lasciato grossi danni alla contrattilità miocardia; inoltre non sembrano esservi altri territori attualmente a rischio, comunque non estesi. In questa situazione solitamente si prosegue la terapia medica, e non dovrebbero essere indicate procedure “invasive”.