Solitamente, l'angioma epatico più comune (quello asintomatico, rilevato occasionalmente durante un ecografia addominale) non ha bisogno di alcuna terapia. Infatti gli angiomi tendono a essere lesioni stabili nel tempo, asintomatiche, con scarsa o nulla tendenza all'aumento di volume ed ancora più remota possibilità di rottura. Quindi, l'unico provvedimento da intraprendere, in particolare nel caso di angiomi di dimensioni medio-piccole, è la sorveglianza periodica, con esami radiologici (ecografia) ripetuti annualmente o ad altri intervalli comunque regolari. Solo in pochi casi gli angiomi necessitano di terapia. Questi casi sono rappresentati principalmente da: presenza di sintomi sicuramente causati dall'angioma; accertata e documentata tendenza all'accrescimento volumetrico; una particolare posizione o conformazione dell'angioma (ad. es.: lesioni peduncolate); la rarissima eventualità che l'angioma si rompa; quando esiste un dubbio diagnostico con il tumore maligno. La terapia degli angiomi che lo richiedano è chirurgica e consiste nell' asportazione. La rimozione di un angioma dal fegato può essere eseguita mediante l'enucleazione: una resezione epatica: in altri casi, in particolare per quegli angiomi che arrivano ad occupare anche un intero emifegato, può risultare più agevole e sicuro per il paziente l'esecuzione di una vera e propria resezione epatica anatomica. L'estensione di questa resezione viene stabilita in base alla localizzazione dell'angioma nel fegato ed in base ai rapporti con le strutture vascolari epatiche. L'esecuzione di tali interventi in centri specializzati nella chirurgia epatica è sicura, comportando un rischio operatorio del tutto minimo. Nel suo caso riteniamo che non vi siano i presupposti dell’urgenza dell’intervento chirurgico, anche se la sua condizione clinica deve essere valutata nel suo complesso e non solo attraverso quanto riferisce nel quesito.