L’allergia alle graminacee non ha relazione diretta con la epatomegalia o la microcitemia. Il fegato è sicuramente assieme al cuore, l’organo più compromesso nei pazienti talassemici. La patogenesi è multifattoriale e i fattori predominanti
sono il sovraccarico marziale e le infezioni virali che vengono contratte con
le emotrasfusioni. Un quadro variabile per gravità di epatopatia si riscontra
nel 90% dei pazienti già dopo i 15 anni di età. Nei 2/3 dei pazienti con b-
talassemia major il quadro istopatologico in fase iniziale si caratterizza per
una siderosi diffusa, soprattutto se la terapia ferro-chelante non è eseguita
correttamente, cui segue fibrosi degli spazi portali, formazioni di ponti che
delimitano pseudolobuli e, col passare degli anni un quadro di cirrosi emocromatosica. Nei restanti pazienti il quadro è quello di una epatite cronica
attiva o di una epatite cronica persistente. Inoltre la maggior parte dei pazienti talassemici con oltre 10-15 anni di età, mostra positività anticorpale
per i virus dell’epatite. Studi epidemiologici riportano, in Italia, una positività anticorpale contro il virus B nel 34% dei casi mentre circa il 6% presenta
positività per il solo antigene. La positività per HCV è invece molto più frequente essendo dimostrabile in circa il 70% dei pazienti politrasfusi. Il danno epatico così instauratosi può in alcuni casi essere aggravato dalla stasi conseguente a scompenso cardiaco o dalla colelitiasi presente nell’80% dei malati come conseguenza della colestasi. Per tale motivo è utile un monitoraggio con i comuni test di laboratorio di funzionalità epatica (transaminasi, gGT, bilirubinemia, fosfatasi alcalina) al fine di avere indicazioni precoci sulla evoluzione della epatopatia.