Gent. Signora,
In caso di metastasi peritoneali da carcinoma colo-rettale sia sincrone (cioe’ diagnosticate al momento del primo intervento per il carcinoma – come, credo di capire, nel caso del padre del Suo amico -), sia metacrone (cioe’ diagnosticate in un tempo successivo al primo intervento), l’unico trattamento efficace, che possa dare speranze di una sopravvivenza non breve e anche talora di guarigione, e’ la chirurgia peritoneale radicale con chemioipertermia intraperitoneale “CCS +HIPEC”.
Come informazione generale, sottolineo il termine “chirurgia peritoneale radicale” (Complete Cytoreductive Surgery – CCS), in quanto il primo tempo del trattamento e’ costituito dall’asportazione di tutte le metastasi peritoneali visibili (oltre ovviamente al tumore primitivo in caso di metastasi peritoneali sincrone). Questo primo tempo spesso non e’ tecnicamente possibile per la diffusione delle metastasi peritoneali, difficili da diagnosticare in fase iniziale. Inoltre, quando possibile, l’asportazione di tutte le metastasi peritoneali puo’ richiedere, oltre alla rimozione del peritoneo interessato da metastasi, alla resezione di organi intraaddominali infiltrati. Si tratta pertanto di una chirurgia molto spesso impegnativa per il paziente con rischio di mortalita’ ma, soprattutto, di complicazioni piuttosto elevato.
Soltanto quando si possa realizzare una chirurgia citoriduttiva completa, e’ indicato la chemioterapia intraperitoneale (Hyperthemic Intraoperative IntraPEritoneal Chemotherapy - HIPEC), che e’ necessaria per (cercare di) distruggere le metastasi peritoneali microscopiche, non visibili, ma sempre presenti in questi casi.
E’ evidente che tale trattamento, nel suo complesso (CCS + HIPEC) e’ molto invasivo e la sua indicazione deve essere valutata con attenzione in ogni singolo caso, anche se rappresenta l’unica possibilita’ per avere un risultato positivo in un carcinoma colo rettale avanzato.
Nel caso specifico del padre del Suo amico, la situazione e’ sicuramente molto grave, come sempre quando si hanno metastasi al di fuori dell’organo di origine del tumore (M1). D’altro canto, pur nella serieta’ del caso, siamo nella situazione piu’ favorevole per un trattamento efficace, cioe’ per una CCS + HIPEC. Infatti le metastasi peritoneali erano evidentemente iniziali, se, come mi ha detto sono stae del tutto asportate.
Gli oncologi hanno ragione dicendo che le metastasi peritoneali con ogni probabilita’ si riformeranno (la chemioterapia sistemica – cioe’ endovenosa o per bocca non ha reale efficacia sulle metastasi peritoneali), non hanno invece ragione nel dire che non vi e’ nulla da fare.
Il nostro protocollo (seguendo le indicazioni dei maggiori centri mondiali: Villejuif in Francia e Washington negli Stati Uniti) prevede di effettuare 3 – 6 mesi di FOLFOX e successivamente, anche se non vi fossero segni sicuri di riformazione delle metastasi peritoneali, di effettuare un “second look” chirurgico (cioe’ un nuovo intervento con laparatomia) + CCS (se vi sono metastasi visibili da asportare) + HIPEC (in ogni caso).
E’ sicuramente un trattamento molto aggressivo ma da’ una percentuale di successi (in termini di sopravvivenza a 5 anni) del 30% circa, cosa che nessun altro trattamento puo’ offrire. Aspettare che le metastasi peritoneali si manifestino clinicamente o siano dimostrabili con TAC o PET significa di avere spesso metastasi peritoneali non piu’ operabili radicalmente con un HIPEC non piu effettuabile.
La struttura semplice di cui sono responsabile “Chirurgia oncologica colo-rettale” nell’Azienda Ospedaliera “Citta’ della Salute e della Scienza” di Torino, sede Molinette, e’ uno dei pochi centri in Italia dove viene eseguito questo trattamento.
Cordiali saluti. A Sua disposizione.
Dott. Piero Gaglia
Specialista in Chirurgia e in Oncologia
Per eventuali contatti diretti -> e-mail : piero.gaglia@libero.it