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Intervento e complicanze

Ho avuto diagnosticata la pervietà del forame ovale, pervietà che si manifesta solo nel momento dell'esecuzione della manovra del Valsalva. Quindi il foro è molto piccolo (1° grado) nonostante questo, essendo io sub professionista, mi è stato caldamente consigliato l'inserimento dell'ombrellino. Mi domando se non sia esagerato come rimedio (ho avuto due leggeri episodi di mdd su circa 2000 immersioni). Ma l'ombrellino rimane sempre un corpo estraneo nel cuore, non ha problemi di durata (il materiale) o di rigetto? Non vorrei che la cura fosse peggiore del male. Grazie e complimenti per l'eccezionale servizio che fate, Roberto.
Risposta del medico
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L’intervento di chiusura percutanea del forame, sicuramente importante nel Suo caso, consiste nel portare, attraverso sonde introdotte nelle vene degli arti inferiori, una struttura metallica (nichel od altro) costituita da un doppio ombrellino che viene aperto a cavallo del forame, chiudendolo. Studi di follow-up di lunga durata sulla durata del materiale, sulla possibilità di rigetto e sulle eventuali intolleranze a lungo termine non ce ne sono, visto che la tecnica è di introduzione relativamente recente. Le complicanze più temibili sono quelle legate alla formazione di trombi intracardiaci, il cui rischio è maggiore nei primi mesi dopo l’intervento. A tal fine viene consigliata una terapia antipiastrinica od anticoagulante per un periodo di tempo limitato. Riguardo alla attività subacquea sarà necessario verificare alcuni mesi dopo l’intervento la perfetta tenuta del device con iniezione di mezzo di contrasto da una vena degli arti inferiori e la verifica del suo eventuale passaggio con eco transesofageo o transcranico durante manovra di Valsalva.
Risposto il: 09 Novembre 2006