Cara amica. La sua è una questione molto complessa anche se apparentemente sembra un banale problema dovuto ad un sintomo fastidioso. Tutti i sintomi che superano la durata di una settimana possono essere definiti "cronici". Il concetto di cronicità è legato molto spesso non tanto alla causa della malattia stessa ma, spesso, a particolari condizioni predisponenti sia genetiche che legate all'ambiente e le abitudini di vita. Nel suo caso, proprio in considerazione che la cosa è già capitata in passato, non posso escludere la presenza di condizioni cliniche predisponenti. Un esame spirometrico in questi casi si impone. Consentirà di escludere una ostruzione bronchiale. Un ulteriore test di valutazione della funzionalità respiratoria, il test di provocazione bronchiale con metacolina, potrebbe mostrare, anche nel caso di normalità del primo, un grado significativo di quella che viene chiamata iperreattività bronchiale aspecifica. Il suo nome già spiega che potremmo trovarci di fronte ad una particolare "sensibilità" dell'albero bronchiale a stimoli esterni. Spesso la visita clinica non mostra segni fortemente evidenti di ciò: occorre il test. Infine, ma non credo proprio di avere esaminato tutte le possibilità, bisogna considerare che molte malattie delle prime vie aeree portano ad una disepitelizzazione di esse. In altre parole a causa del danno infettivo diverse cellule che rivestono internamente il sistema costituito da trachea e bronchi, possono essere danneggiate e lasciare scoperte terminazioni nervose prima da esse rivestite. Questo conduce ad un aumento della "percezione" dell'aria attraverso le vie aeree con il conseguente riflesso della tosse. La miglior terapia in questi casi è l'apporto di vitamine protettrici dell'epitelio: prevalentemente quelle A ed E.